Nuova arringa del collegio difensivo di alcuni dei legali degli imputati del processo Astice-Petrus ieri pomeriggio in Tribunale davanti al giudice Giorgia Castriota e al pm Giuseppe Bontempo. Dopo che nelle precedenti udienze la pubblica accusa aveva tirato le somme per i 26 imputati, in aula è stato il turno degli avvocati Giancarlo Vitelli, Gaetano Marino, Aurelio Cannatelli e Maurizio Forte. Le accuse sono quelle di spaccio di stupefacenti e dalle indagini è emerso che la droga poteva arrivare in carcere.
Per la posizione di Endri Kollaku, il suo difensore a fronte di una richiesta dell'accusa di quattro anni, ha chiesto l'assoluzione, sostenendo che non sussistono elementi per contestare il reato ipotizzato: quello di cessione della sostanza stupefacente a Riccardo Petrillone.
Se per l'accusa il tenore delle telefonate era quello di un accordo per lo scambio della droga, secondo la difesa invece a fronte di un mancato sequestro di sostanza, si trattava di semplici telefonate per degli incontri.
Hanno cercato di scardinare le accuse i difensori di Gioacchino Iazzetta, nei cui confronti il magistrato inquirente aveva chiesto la pena di sei anni di reclusione e hanno puntato sulla mancanza degli elementi raccolti in fase di indagini preliminari degli investigatori. Stesso discorso anche per Angelo e Salvatore Di Girolamo per cui è stata chiesta l'assoluzione. Le arringhe della difesa sono andate avanti fino al pomeriggio inoltrato.
Le due inchieste avevano portato un anno fa ad una serie di arresti, sia Astice che Petrus, erano state riunite in un unico procedimento che vede 26 imputati e che hanno scelto tutti il rito abbreviato. Le accuse oltre alla detenzione ai fini di spaccio, sono anche quelle di corruzione come nel caso di due agenti di polizia penitenziaria compiacenti che in cambio di utilità hanno venduto la rispettiva funzione permettendo di far entrare in cella di tutto, a partire dalle derrate alimentari.