In un momento in cui da più parti, Parlamento compreso, si levano voci sulla presenza della criminalità organizzata sul litorale a sud di Roma, un duro colpo ed uno stop al fenomeno mafioso intorno alla provincia di Roma, è stato messo a segno nella giornata di ieri dai carabinieri che hanno arrestato quattro persone condannate in via definitiva dalla Corte di Cassazione nell'ambito dell'operazione "Appia", portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L'operazione era scattata nel 2004, ed aveva visto le condanne per associazione mafiosa da parte del Tribunale di Velletri, in seguito confermate in secondo grado dalla Corte di Appello di Roma ed ora rese definitive dalla Suprema Corte. Il processo "Appia" è scaturito dalle indagini portate avanti dai carabinieri del Ros e dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che sedici anni fa inquadrarono il gruppo finito in manette – in totale 17 persone – come struttura avente le caratteristiche del 416 bis. Le cosche di Guardavalle, centro calabrese della zona ionica, avrebbero tenuto sotto scacco il litorale a sud di Roma, tra cui anche Nettuno e Anzio, creando un'associazione finalizzata al traffico di droga.

Affari condotti dalle famiglie Gallace e Novella. Il processo si è trascinato a lungo nelle aule di giustizia, fino a pochi giorni fa quando si è chiuso il capitolo giudiziario: confermate sia le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, sia quella sulla costituzione di un'organizzazione criminale impegnata nel traffico di sostanze stupefacenti, in particolare di cocaina. I militari dell'arma del Ros in collaborazione con quelli della Compagnia di Anzio, su disposizione del procuratore generale, hanno arrestato e portato in carcere Agazio Gallace, Liberato Tedesco, Maurizio Molvini e Vincenzo Bruno Tedesco, residenti tutti a Nettuno.