Per la seconda volta tutti gli operai del gruppo Midal, sessanta persone, si sono costituiti parte civile e stanno anche in questo processo per chiedere un risarcimento, forse più morale che economico, di quello che è accaduto loro a seguito delle bancarotte che hanno travolto un'intera rete di supermercati più i depositi e le attività collaterali. Sono rappresentati dall'avvocato Claudio Maria Cardarello e arrivano in questa fase dopo una storia che a tratti è sembrata incredibile. Midal spa, come è noto, fu dichiarata fallita il 20 gennaio del 2012 dopo mesi terribili, di fibrillazione, proteste e uno scenario da film con gli scaffali vuoti. el procedimento penale con imputati tra gli altri, l'ex patron di Midal, ossia Paolo Barberini, i 59 dipendenti del gruppo si costituirono parte civile e a marzo del 2018 fu loro riconosciuto, direttamente dagli imputati, un risarcimento per il danno morale subito. Un gesto che, in qualche modo, fece emergere quanto fosse stata importante la forza lavoro, quella dei commessi, degli impiegati contabili e dei facchini dentro la rete dei supermercati del gruppo.
E il fatto che, per una gestione fallimentare, avessero perso improvvisamente il lavoro fu considerato un danno andato molto al di là della chiusura di un negozio per crisi di vendite.
Nel processo iniziato ieri gli ex dipdenti di Midal ci sono in quanto anche loro si erano «illusi» di poter ricominciare dopo l'arrivo sulla sena di «Le Botteghe», una posizione, la loro, indirettamente collegata a questa vicenda specifica ma considerata degna di rilievo perché frutto di una vicenda che ha segnato l'economia e l'occupazione in provincia di Latina come poche altre nel settore del commercio al dettaglio.