Non regge l'ipotesi dei futili motivi, uno sguardo di troppo, all'origine del folle pestaggio consumato tre settimane fa in un pub di via Cesare Battisti. Ma è soprattutto l'identità dei cinque giovani indagati a indirizzare il lavoro degli investigatori, lasciando intravedere interessi illeciti dietro quell'episodio che ha colpito per la violenza, improvvisa quanto eccessiva.
Il coinvolgimento di quei ragazzi non lascia troppo spazio all'immaginazione. Tra loro c'è infatti un ventiduenne che vanta già diversi precedenti di polizia e soprattutto legami con i sodalizi che si contendono il controllo delle piazze di spaccio più ambite, un giovane che già da diversi anni viene associato a gruppi emergenti nel settore della droga. Un soggetto che ha già dimostrato di essere pronto a tutto, nonostante l'età, come dimostra l'indagine di due anni fa a suo carico per un sequestro di persona, a scopo di estorsione, consumato con metodi feroci e con la complicità di altri due coetanei, ai danni di un ragazzo che aveva contratto debiti di droga.
Con queste premesse, alla luce proprio della violenza con cui il quel gruppo di cinque giovani, compresa una ragazza, si è avventato contro un trentenne e l'amico intervenuto in sua difesa, l'episodio di domenica 15 novembre tutto sembra fuorché un episodio casuale e svincolato da logiche più ampie. Tra gli investigatori della Polizia che si stanno occupando del caso, è forte il sospetto che quel pestaggio debba essere letto in un contesto di espansione del raggio d'azione di un gruppo emergente nel mercato dello spaccio di droga. Una dimostrazione di forza sfoggiata per affermare la propria supremazia. Resta però da capire quale fosse il ruolo della vittima, qual è il nesso con i picchiatori.