E' sempre stato critico su trasparenza e applicazione delle regole ai tempi di Lbc, il movimento da cui lui stesso proviene e da cui si è staccato polemicamente due anni. Salvatore Antoci, consigliere del gruppo Misto considerato un intransigente, martella l'amministrazione da tempo con segnalazioni, istanze e accessi agli atti, il più delle volte inascoltate, e nel migliore dei casi destinatarie di risposte incomplete o tardive. Ha il vizio (per alcuni) di pensare che in una comunità civile le regole devono essere chiare e uguali per tutti, che chi sbaglia paga e che la legge va applicata. Ieri lo ha ricordato anche in question time sollevando una storia che appare assurda a leggerla con il buon senso se non fosse che, anche noi tutti ci siamo abituati a tollerare certe cose e a considerarle l'abito ordinario di una città. Parliamo delle affissioni abusive, una pratica che deturpa i luoghi e l'ambiente oltre ad essere un brutto spettacolo sotto il profilo del decoro e della vivibilità. Antoci aveva segnalato mesi fa, era il 19 giugno, una campagna pubblicitaria abusiva relativa all'installazione di un climatizzatore attraverso manifesti che hanno tappezzato la città un po' ovunque, sulle cabine Enel, sui bidoni della spazzatura, sotto i ponti, sulle pensiline degli autobus e sui muri. Antoci aveva segnalato alla polizia locale questi manifesti (che recavano un numero di telefono a caratteri cubitali a cui rivolgersi) indicando tre vie tra le tante dove erano stati affissi e aveva nello stesso giorno fatto una richiesta di accesso agli atti per capire quale fosse l'esito della segnalazione. La risposta, dopo vari solleciti, arriva quattro mesi e mezzo dopo, il 3 novembre. «Mi è stato trasmesso un rapporto di servizio che porta la data del 2 novembre – ha spiegato Antoci in question time – nel quale si diceva che gli agenti intervenuti avevano constatato che i manifesti erano stracciati in alcune parti e non si poteva risalire al numero telefonico e ai responsabili, ma che comunque erano stati informati la concessionaria Dogre e l'azienda Abc per la rimozione». Nonostante tutto questo, molti manifesti a distanza di mesi ci sono ancora, come da fotografie prodotte dal consigliere fatte a fine novembre, sbiaditi dal sole e dalla pioggia. Nessuno li ha rimossi. Per questo Antoci ha chiesto conto all'assessore con delega alla polizia locale Paola Briganti «delle ragioni di questa mancata rimozione che configura un comportamento omissivo contrario ai doveri di uffici - ha detto- delle ragioni del ritardo di 4 mesi nella risposta, del motivo per cui non è stata dato corso alla mia segnalazione e sono state svolte le dovute indagini per risalire ai responsabili di questa arrogante e sfacciata illegalità». La Briganti ha riconosciuto, scusandosi, l'errore nel grande ritardo con il quale è stata data risposta, ritardo che non ha permesso di monitorare il caso, pur chiarendo che l'intervento era stato effettivamente svolto e verbalizzato alla polizia locale che aveva avvisato la Dogre e Abc. L'assessore ha spiegato anche che il numero di telefono sui manifesti corrispondeva a un call center per le vendite dei climatizzatori in questione, ma per questa via non è stato comunque trovato il soggetto beneficiario per procedere alla sanzioni per legge. «Condivido con lei che questa sia una prassi da contrastare - ha concluso l'assessore - ma spero che condivida con me che è una delle tante e che ottimizzare gli interventi della polizia locale su tutta la platea dei compiti che la legge gli riconosce, non è semplice. In futuro mi auguro si daranno risposte più tempestive per rendere un servizio migliore».
Il fatto
Manifesti abusivi affissi per 4 mesi Antoci a Lbc: legalità dimenticata
Latina - Il consigliere a giugno aveva segnalato al Comune affissioni irregolari. La risposta a novembre, ma le pubblicità ci sono ancora. L’assessore Briganti si scusa