Un vero e proprio cluster, con circa 85 soggetti, tra ospiti ed operatori, che hanno contratto il virus e 18 decessi certificati. Il caso della Rsa, la struttura sanitaria per anziani alle porte di Cori gestita dalla Giomi Srl, che già da tempo aveva fatto sollevare dubbi e preoccupazioni, oggi è al vaglio della Procura di Latina. La famiglia di uno di quei diciotto ospiti deceduti negli ultimi giorni, ha infatti deciso di chiedere all'autorità giudiziaria se sia stato fatto tutto secondo le regole, secondo le norme o se qualcuno abbia delle responsabilità di natura penale nel decesso del loro congiunto. Sospetti naturalmente, oggi senza riscontri, ma nel frattempo questi numeri fanno davvero spavento e spingono i consiglieri comunali di minoranza del gruppo L'Altra città a farsi portavoce dei cittadini, a cui peraltro la notizia dei diciotto decessi in poche settimane nella stessa struttura è arrivata solo dopo la notizia dell'avvio delle indagini. Angelo Sorcecchi, Germani Silvi, Quintilio Carpineti e Francesco Ducci, hanno deciso di chiedere al presidente e all'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e Alessio D'Amato, al direttore generale della Asl pontina, dottor Giorgio Casati, al presidente della Commissione Sanità in Regione, Giuseppe Simeone, al sindaco di Cori Mauro De Lillis, e anche a Prefetto e Procura, di verificare tutta una serie di cose prima tra tutte, il rispetto di una serie di prescrizioni che proprio l'azienda sanitaria aveva imposto alla struttura corese a seguito di un controllo e di un sopralluogo avvenuto a settembre. A seguito di quelle prescrizioni, che si chiede se siano state osservate tutte, comunque la Asl aveva deciso di "affittare" dodici posti letto da dedicare esclusivamente a malati di Covid-19 che, dimessi dagli ospedali, e ancora positivi, necessitano di una sistemazione diversa dalla propria abitazione. La minoranza in Consiglio chiede quindi di accertare se, prima della scoperta del focolaio, le prescrizioni siano state adottate, se sia stata predisposta dalla Asl una valutazione clinica degli ospiti e degli operatori positivi. Non solo. Ritenendo naturalmente che, come è accaduto in altri comuni, allo scoppiare di cluster, le Asl hanno chiesto o sollecitato una ordinanza ai sindaci per creare quella così detta "bolla sanitaria" intorno alle strutture focolaio, si chiede se la Asl l'abbia sollecitata in questo caso e nel caso quali siano state le ragioni per cui il sindaco di Cori quindi, visto che non è stata mai adottata, non l'ha firmata. Quindi si chiedono ai soggetti destinatari della missiva, una valutazione sull'opportunità, o se non sia stato un vero rischio, inserire in una struttura con così tanti casi di contagio, soggetti in uscita da ospedali. Si chiede in fine, di conoscere cosa si stia facendo tra Asl e Comune, per gestire la situazione della Rsa e cercare di evitare altri lutti, ma soprattutto se alla luce di ciò che è avvenuto, delle "notevoli proporzioni del cluster" non si ritengano necessarie più incisive disposizioni per contenere oltre che evitare rischi di ulteriori contagi.
Il fatto
Strage Covid nella Rsa, dubbi su prescrizioni e ordinanze
Cori - L’opposizione chiede conto alle istituzioni di cosa sia stato fatto per arginare il coronavirus nella struttura sanitaria per anziani