In affanno l'ospedale Dono Svizzero di Formia, dove molti operatori sanitari risultano contagiati. La struttura sanitaria a cui fa riferimento l'intero comprensorio con un vasto bacino di utenti rischia il collasso, sia per la carenza di personale che per la logistica dei reparti.
Per quanto riguarda la prima questione la criticità legata al numero di operatori si sta manifestando in tutta la sua gravità in questo periodo in cui anche il personale sanitario si sta ammalando di covid.
E tra i positivi ed i colleghi che devono andare in quarantena, restano in pochi a lavorare. E' proprio di questi giorni la chiusura del reparto Ortopedia dove si sono verificati diversi casi tra gli operatori (nello specifico otto).
Il dipartimento così è stato chiuso immediatamente per sanificazione ed i pazienti invece sono stati ospitati nell'altro reparto che si trova sullo stesso piano, ovvero la Chirurgia.
I già pochi operatori sanitari di questo reparto (dove si sono registrati, comunque, altri 3 casi di contagi, sempre tra personale sanitario) devono occuparsi anche di questi altri malati, coprendo i "buchi" che si vengono a creare, con turni massacranti.
Una situazione allarmante.

Tanto più che altri episodi di contagio di operatori si stanno registrando anche in medicina (due). Insomma si sta correndo il serio rischio di bloccare i ricoveri. Ma oltre a queste nuove problematiche resta la questione aperta dei percorsi differenziati tra covid e no covid.
La Radiologia è unica ed ad essa fanno riferimento sia i malati covid sia i pazienti di altri reparti e sia quelli del pronto soccorso. Risale a qualche mese fa la richiesta di attivazione di percorsi separati. Ed il piano si è cominciato a concretizzare con l'avvio dell'allestimento di un tunnel all'esterno a lato del pronto soccorso. Ma quello che si auspicava era l'arrivo anche di una tac mobile. Al riguardo il sindaco di Formia, Paola Villa, ha indirizzato ai vertici Asl, un'altra lettera di sollecito. «Ieri le ho inviato l'ennesima nota, ennesimo richiamo di attenzione, si continua a non avere risposte o meglio le risposte ci sono, ma sono di circostanza e non certo circostanziate.

Abbiamo da oltre un mese, era il 7 novembre, evidenziato che i percorsi fatti per i pazienti covid si uniscono, promiscuamente con quelli per pazienti non covid. Dopo una ventina di giorni dai nostri richiami ed appelli, sono arrivati i moduli della Protezione Civile, il percorso di ingresso al reparto covid della medicina d'Urgenza è stato creato. La domanda però rimane: il percorso che porta a Radiologia, attraversato dai carrelli della mensa, è percorso da tutti i pazienti, covid o non covid? Questo percorso è promiscuo? Basterebbe aver visitato il nostro Dono Svizzero per rispondere. Ma neanche quello si è avuto la briga di fare».