I primi riscontri trapelati a margine dell'autopsia eseguita a cavallo di Natale sulla salma di Fabrizio Moretto, hanno già permesso di indirizzare le indagini in un verso ben preciso, definendo in maniera molto più chiara il modus operandi del killer. A partire dalla direzione del colpo di pistola, che ha raggiunto frontalmente la vittima: Pipistrello si è ritrovato faccia a faccia con l'omicida, che per forza di cose doveva essere a piedi e lo aspettava sulla strada in prossimità dell'ingresso di casa sua.

Il medico legale ha tre mesi di tempo per depositare la perizia della quale è stato incaricato dai sostituti procuratore Martina Taglione e Andrea D'Angeli, titolari dell'inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo, ma l'esame autoptico ha già permesso di fugare alcuni dubbi. Come la direzione del proiettile che ha trapassato il corpo del cinquantenne, provocando due fori, d'ingresso e di uscita, uno nella parte destra del petto della vittima e l'altro nella porzione posteriore del fianco sinistro.
Se in un primo momento gli investigatori avevano azzardato che Pipistrello avesse il killer alla sua sinistra e che questo avesse potuto colpito sul fianco sinistro, le risultanze medico legali dimostrano invece il contrario. Ovvero che l'omicida si trovava sul lato destro della strada, probabilmente nei pressi del ponte d'accesso all'abitazione di Moretto, il punto ideale per averlo a tiro nel momento in cui avrebbe rallentato, col motorino, per svoltare nella stradina privata. E questo potrebbe anche spiegare perché la vittima è caduta alcuni metri più avanti: alla vista del killer, potrebbe avere proseguito istintivamente anziché girare.