Le accuse sono destinate ad essere sensibilmente ridimensionate, se non definitivamente azzerate nel giro di poco tempo.  Nei giorni scorsi sono stati consegnati in Procura i risultati relativi all'autopsia del paziente di 80 anni, un malato terminale, morto al Santa Maria Goretti di Latina lo scorso 19 giugno, dopo una iniezione praticata dalla figlia, un medico di 39 anni che lavora in una struttura ad Aprilia. La donna era entrata nella stanza dove era ricoverato il padre in gravissime condizioni per dargli l'ultimo saluto. Da tempo l'uomo era infatti malato di cancro.

Le risultanze dell'elaborato peritale, disposto dal pubblico ministero Simona Gentile il magistrato inquirente che ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, allontanano completamente l'ipotesi presa in esame in un primo momento, alla luce anche di una serie di riscontri che gli investigatori hanno raccolto ma che adesso hanno perso un senso logico in base all'esito dell'autopsia.

Dagli accertamenti di varia natura è emerso che il paziente aveva un quadro clinico compromesso ed era un malato terminale e infine la conclusione a cui sono arrivati i periti è una: la causa della morte è naturale.
La donna, difesa dagli avvocati Angelo Palmieri e Giuseppe Di Domenico, subito dopo la tragedia era stata ascoltata a lungo dal magistrato e durante un interrogatorio durato oltre tre ore e dai risvolti difficili e pesanti - durante il quale si era anche commossa ma dove comunque aveva mantenuto la lucidità necessaria per ricostruire i fatti - aveva spiegato di non aver praticato alcuna iniezione letale.

In base ai primi accertamenti dunque il medico ha praticato al padre una iniezione di buscopan. Una conclusione confermata anche da questi ultimi risultati. La Squadra Mobile aveva ricostruito i fatti e quelle drammatiche ore. Nel giro di pochissimo tempo quando la figlia era stata chiamata dai medici per vedere il padre morente, sarebbe accaduto qualcosa, come ha riferito anche una testimone che era stata ascoltata a sommarie informazioni. Il medico voleva alleviare il dolore al genitore con un gesto di pietas e la sua condotta non ha provocato la morte dell'uomo. Da ulteriori approfondimenti è emerso che proprio quel giorno l'uomo doveva essere trasferito nella struttura sanitaria dove la figlia lavora, un particolare che scagiona la professionista che agli inquirenti aveva spiegato che voleva alleviare il dolore al padre.