Ha ottenuto gli arresti domiciliari Giuseppe Gentile, 56 anni di Sermoneta, coinvolto nell'inchiesta sugli incendi all'auto del sindaco e del vice sindaco di Sermoneta. E' quello che ha deciso nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota che ha accolto la richiesta presentata dal legale dell'imputato l'avvocato Luca Giudetti.

Gentile che ricopriva all'epoca dei fatti il ruolo di presidente della Pro Loco era finito in carcere a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Sermoneta che avevano portato anche ad altri arresti per degli attentati incendiari all'indirizzo oltre che del primo cittadino Giuseppina Giovannoli anche del vice sindaco Maria Marcelli.

Gli episodi erano stati molto inquietanti, il primo risale a quasi un anno fa, al febbraio del 2020 quando era stato appiccato il fuoco alla vettura del vicesindaco; in quel caso a pianificare l'azione era stato Gentile che aveva il ruolo di mandante mentre l'esecutore materiale è stato Giovanni Bernardi.

Erano state in tutto quattro le misure restrittive eseguite dai carabinieri che erano riusciti a risalire ai presunti responsabili, al termine di una indagine complessa e molto articolata. Gli accertamenti - coordinati dal pubblico ministero Martina Taglione - avevano permesso di ricostruire il primo episodio che risale alla sera del 7 febbraio del 2020 quando era stata completamente avvolta dalle fiamme l'Evoque di Maria Marcelli. Le misure restrittive avevano interessato anche Emanuel Poli e infine Angela Toti la cui posizione è marginale e che era stata rimessa in libertà dal Riesame.

Proprio il rogo del 7 febbraio aveva indirizzato verso una pista investigativa che aveva portato a Bernardi, ripreso da alcune telecamere mentre eseguiva un sopralluogo a poca distanza dal bersaglio dell'intimidazione, a due passi dall'abitazione della Marcelli. In quella circostanza due ore prima dell'incendio, gli inquirenti hanno accertato il passaggio di Bernardi lungo la strada dove abita il vice sindaco. In un secondo momento era stata presa di mira anche l'auto del sindaco Giuseppina Giovannoli.

In base a quanto ricostruito dai carabinieri - coordinati dal comandante della stazione di Sermoneta Antonio Vicidomini - la vendetta del presidente della Pro Loco era stata pianificata dopo la campagna elettorale dove aveva appoggiato proprio la Giovannoli; in un secondo momento la nuova amministrazione lo avrebbe escluso dalla gestione della Fiera di San Michele non rilasciando a Gentile le autorizzazioni per aprire un bed and breakfast nel centro storico. Una scelta che aveva innescato una reazione a partire dagli incendi.

Nelle intercettazioni telefoniche è emerso anche il progetto di incendiare l'abitazione del sindaco di Sermoneta: è uno scenario che gli inquirenti hanno tratteggiato quando hanno ascoltato la conversazione dove sia Poli che Gentile parlavano di futuri atti intimidatori da compiere.
«Allora aspettamo che se fa quella nuova....no aspettamo che se fa chella nova...è normale appicci chella, annamoci alla casa Porco ... annamoci e appicciamoci tutto». E' questo un frammento molto indicativo della conversazione finita nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giorgia Castriota che nei giorni scorsi ha concesso a Gentile una misura meno afflittiva.