Il dramma del suicidio a Borgo Sabotino con un colpo di pistola di Antonio Dell'Omo, maresciallo capo dei Carabinieri in servizio presso la compagnia Casilina di Roma, è avvolto dal mistero. L'uomo lascia una moglie e due figlie, era riginario di Sant'Antimo in provincia di Napoli, si era trasferito nella zona di Latina dopo avere vissuto per una decina di anni a Labico, nell'area metropolitana di Roma, dov'era attivo nella vita politica e sociale del paese nei panni di Consigliere comunale, dopo essere stato candidato sindaco tre anni fa. Si è tolto la vita con un colpo di pistola, l'arma d'ordinanza trovata accanto al suo cadavere nella foce del Mascarello, ma per ora non si conoscono le cause dell'estremo gesto: un giallo, appunto, alimentato da un episodio inquietante, le minacce di morte ricevute nell'estate del 2019, quando gli fu recapitata per posta una missiva che conteneva anche proiettili.
Non è ancora chiaro se il maresciallo Dell'Omo abbia lasciato un messaggio per motivare la sua scelta, a quanto pare non ne sono stati trovati ieri. In ogni caso le indagini che hanno portato alla sua identificazione sono state piuttosto concitate, come del resto lo è stato il lavoro d'indagine che ne è seguito. Gli investigatori di Polizia e Carabinieri hanno ascoltato i testimoni, le persone che si trovavano in quella zona quando è stato udito il colpo d'arma da fuoco, poi sono stati ascoltati i familiari.