Un gesto difficile da comprendere, in un contesto personale che ora è molto difficile ricostruire. È un mistero difficile da districare il suicidio di Antonio Dell'Omo, padre di famiglia, maresciallo capo dei Carabinieri in servizio presso la Compagnia Casilina di Roma. Ieri il medico legale incaricato dalla Procura ha eseguito l'esame autoptico di rito, un passaggio dovuto che difficilmente potrà chiarire le cose. Analizzando le ultime ore di vita della vittima, gli investigatori di Polizia e Carabinieri sono riusciti a risalire soltanto a uno screzio in famiglia, un episodio che di certo, estrapolato dal contesto personale, non può giustificare un gesto simile. Il maresciallo Dell'Omo un anno e mezzo fa circa aveva ricevuto pensati minacce di morte, aggravate dalla spedizione di una missiva che conteneva anche proiettili, ma l'episodio è rimasto un rebus, al limite tra la sua vita professionale e quella politica, essendo stato candidato sindaco di Labico, dove ha vissuto per molti anni con la propria famiglia, prima di diventare Consigliere comunale. Sulla dinamica dei fatti di sabato, in ogni caso, i detective non sembrano nutrire dubbi: i rilievi serviranno a contestualizzare le testimonianze dei presenti che avevano visto il quarantenne passeggiare a lungo, prima di sentire il botto e vederlo accasciarsi sotto al ponte.