Richiesta di rinvio a giudizio per L.J. A. 53enne di Itri e per P.D.46enne di Catania, che debbono rispondere di omicidio stradale per la morte di Francesco Bisecco, 42enne di Minturno travolto sull'autostrada del Mediteranneo, tra gli svincoli di Rogliano e Cosenza. Una vicenda drammatica e particolare per la dinamica, ora giunta all'esame della Procura di Cosenza, a distanza di poco meno di un anno. Il Pubblico Ministero, Donatella Donato, ha chiesto il rinvio a giudizio al Gup Giuseppe Greco, ravvisando "condotte colpose indipendenti in violazione del codice della strada".

Come si ricorderà la vicenda risale al 13 febbraio dell'anno scorso, quando il Bisecco stava effettuando un trasloco per conto di una ditta. Viaggiava a bordo di un autocarro condotto dal L.J.A., ma non era seduto nell'abitacolo al fianco del guidatore, ma nel cassone posteriore destinato al trasporto merci. Improvvisamente il portellone posteriore dell'autocarro si è aperto e il Bisecco è rotolato in strada, dove, nel frattempo, sopraggiungeva un trattore, condotto dal 46enne catanese P.D., che lo ha investito mortalmente. Dalle verifiche effettuate dalla Polizia Stradale di Cosenza sud e dai successivi riscontri, richiesti dall'avvocato Coriolano Cuozzo, legale del Bisecco, è stato accertato che la vittima viaggiava nel cassone posteriore destinato al trasporto merci e non alle persone. Un trasporto non in sicurezza, come ha sostenuto nella sua richiesta di rinvio a giudizio il Pubblico Ministero, Donatella Donato.. Il guidatore del trattore che ha poi investito il 42enne di Minturno, invece è accusato di aver viaggiato ad una velocità di circa novanta km/h, cioè oltre il limite di velocità imposto dalla segnaletica stradale, che era di quaranta km/h.

L'investimento provocava lesioni gravissime alla testa, ma anche in altre parti del corpo, a Francesco Bisecco, il quale, nonostante l'intervento del personale sanitario del 118, cessò di vivere quasi subito. L'avvocato Coriolano Cuozzo, del foro di Cassino, sta tutelando gli interessi della famiglia Bisecco, decisa a chiedere alla magistratura cosentina di fare piena luce sulla vicenda e sulle responsabilità. La vittima era molto conosciuta nel sud pontino, avendo lavorato anche per altre ditte della zona. Abitava a Formia insieme alla moglie e ai due figli, ma spesso tornava a Minturno dove aveva parenti e amici. La notizia della sua scomparsa, già qualche ora dopo l'incidente, si sparse subito sia a Minturno che a Formia. Sui social in tanti inviarono messaggi in ricordo dell'operaio, morto in circostanze incredibili. Una vicenda che ora vede indagate due persone e che avrà ulteriori sviluppi il 31 marzo prossimo, giorno in cui è prevista l'altra udienza davanti al giudice per le udienze preliminari di Cosenza, Giuseppe Greco.