Da due giorni è formalmente aperta l'indagine sul concorso della Asl che ha scatenato un fiume di polemiche per l'idoneità agli orali di molti candidati parenti di dipendenti e dirigenti della stessa azienda. Dopo il deposito di alcuni esposti di candidati esclusi, la Procura ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire ogni prova utile a stabilire se siano stati integrati reati nel corso della prima prova, lo scritto che si è tenuto su quiz tra il 28 e il 30 dicembre 2020. Il concorso riservato a diplomati è finalizzato alla copertura a tempo indeterminato di 70 posti di assistente amministrativo categoria C, indetto in forma aggregata tra le Aziende sanitarie di Frosinone, Latina, Viterbo e Roma3. All'esame si erano presentati in oltre mille, 1068 per la precisione, e in 310 hanno superato la prima prova dei test ottenendo punteggi compresi tra 21 e 30 trentesimi.

Le polemiche sono arrivate dopo la pubblicazione della graduatoria della prima prova, perché un certo numero di coloro che hanno ottenuto il massimo punteggio, calcolato dal computer attraverso un sistema di lettura telematica delle risposte, risultano essere parenti stretti di dirigenti e dipendenti della stessa azienda che ha indetto il concorso. Nello stesso elenco degli idonei ci sono poi consiglieri e amministratori locali, assistenti di politici. Una graduatoria che non si può definire illegittima né truccata così come, fino a prova contraria, non lo sono le prove, peraltro validate da un'apposita commissione pubblica. Ciò nonostante l'esposto dei candidati esclusi ha costretto la Procura di Latina ad avviare una verifica per accertare eventuali illegittimità e conseguentemente responsabilità all'esito dei chiarimenti forniti dopo la chiusura della prima prova scritta relativamente alle modalità di valutazione delle risposte dei candidati.