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Quattro anni di reclusione per le botte alla ex

Derubricato il reato di tentato omicidio. Il pm aveva chiesto la pena di cinque anni. I fatti avvenuti a gennaio

Quattro anni di reclusione per le botte alla ex

Aveva cercato di soffocare la compagna che lo aveva lasciato. Si era trasformato nel giro di pochi attimi - dopo che la lite era diventata sempre più accesa - in una furia, era irriconoscibile. Era stato il portiere di una struttura ricettiva di Latina a dare l'allarme alla polizia quando aveva sentito le richieste di aiuto. Una pattuglia della Squadra Volante era intervenuta e aveva arrestato un 31 enne di origine turca Ahmet Enon, che ieri è stato condannato a quattro anni di reclusione, uno in meno rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero Daria Monsurrò nel corso della sua requisitoria.

Il reato più grave quello di tentato omicidio è stato derubricato in lesioni e per questo capo di imputazione il Collegio ha disposto nei confronti dell'uomo questa pena. Ieri nel corso del processo dopo che è stato ascoltato il portiere della struttura ricettiva che aveva dato l'allarme, è stato il turno della discussione con la requisitoria della pubblica accusa e l'intervento degli avvocati Fabrizio Cassoni e Giovanni Ruffa che hanno cercato di scardinare l'impianto accusatorio, a partire dalla contestazione del tentato omicidio, una prospettazione che è stata accolta dai giudici. Scontato che una volta che saranno depositate le motivazioni della sentenza, le difese dell'uomo presenteranno ricorso in Appello. I fatti erano avvenuti un anno fa quando - secondo quanto ipotizzato dalla Procura - l'uomo aveva cercato di soffocare la donna, una messicana, dopo averla picchiata e insultata.

A quanto pare il raptus sarebbe stato dettato dalla gelosia. Il rapporto tra l'imputato e la parte offesa non era felice ma si è rivelato conflittuale e alla fine la situazione è degenerata con una furibonda lite scoppiata nel cuore della notte e che è andata avanti fino all' alba. Nel capo di imputazione il pm Valentina Giammaria aveva sostenuto che la donna era stata picchiata con un paio di scarpe e quando aveva preso il suo telefono cellulare per chiamare le forze dell'ordine, l'uomo le ha battuto il telefono cellulare sulla testa incrinando anche il display.

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