Il caso "ex Pro Infantia" approda in Consiglio comunale. La seduta, chiesta dall'opposizione con una mozione firmata da tutti i consiglieri di minoranza ad esclusione del capogruppo di Forza Italia Augusto Basile, è stata calendarizzata. Appuntamento a lunedì 25 gennaio per la discussione sul progetto edilizio residenziale presentato a luglio del 2018 dalla Fondazione Società Romana Pro Infantia. L'ente benefico allora proprietario dell'area e dei fabbricati lo ha poi ceduto tutto a un'altra società, prima che fosse bloccato dal sequestro preventivo convalidato dal gip del tribunale di Latina.

La vicenda è nota: il progetto presentato dalla Fondazione, poi ceduto alla società Residenze Circe srl, prevede un cambio di destinazione d'uso dell'area in residenziale e, attraverso la demolizione e ricostruzione, la realizzazione di due palazzi di cinque piani ciascuno, per un totale di 44 appartamenti, più piscina, verde privato e campi da padel. Un maxi complesso residenziale con vista mare fermato dalla Guardia costiera il 31 dicembre scorso, dopo circa una settimana dal rilascio del permesso di costruire, su delega della Procura di Latina. Oltre a degli esposti presentati da privati residenti della zona, diversi dubbi sul progetto sono stati espressi dal M5S, dal Pd e da Europa Verde Terracina che ha poi presentato un'istanza di accesso agli atti e un ulteriore esposto.

La magistratura ipotizza il reato di lottizzazione abusiva secondo la tesi che la legge regionale 7/2017 sulla Rigenerazione urbana che avrebbe consentito la trasformazione dell'ex colonia estiva in residenze non sarebbe più efficace in quella zona dopo l'annullamento da parte della Corte Costituzionale del Ptpr regionale, impugnato dal Mibact. Un colpo di spugna che cancellerebbe le possibilità offerte dalla legge e riporterebbe in vigore le norme di salvaguardia previste dalla legge 24 del 1998. Dubbi sono stati sollevati anche sulla storicità dell'immobile, che però, stando alle verifiche e ai documenti firmati dalla Soprintendenza, non sarebbe oggi sottoposto a vincoli di alcun tipo. Nel procedimento, ancora alle battute iniziali, sono indagati il dirigente comunale competente, il Rup, l'amministratore unico della Residenze Circe e il progettista e direttore dei lavori. L'amministrazione nelle scorse settimane aveva espresso «serenità e fiducia nella giustizia» in merito agli accertamenti avviati dalla magistratura. Più volte sono state evocate le indicazioni degli uffici legislativi del Mibact e della Regione Lazio del 2 e del 3 dicembre, diramate proprio dopo l'annullamento del Ptpr per fornire indicazioni ai Comuni su come agire davanti alle procedure ormai avviate, e che farebbero salve le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate prima della sentenza, proprio come avvenuto a Terracina.