Non finisce di riservare sorprese il processo Alba Pontina 2 che ieri avrebbe dovuto segnare un punto a favore della difesa poiché era previsto l'esame dell'imprenditore Luciano Iannotta, detenuto presso il carcere di Frosinone in relazione ai capi di imputazione del procedimento Dirty glass che lo rende indagato per reato connesso.
Iannotta collegato dalla sala colloqui del carcere ha manifestato la volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere proprio perché risulta il perno attorno al quale ruota lo scandalo della violazione del sistema informatico giudiziario e di una finta estorsione con una serie di appendici contenute nei verbali delle dichiarazioni dei due pentiti Renato Pugliese e Agostino Riccardo. E' questo infatti l'impianto accusatorio di Dirty Glass.

All'esame di Iannotta si era opposta anche la pubblica accusa, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Claudio De Lazzaro. E di pari passo il Tribunale, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, ha ritenuto che Iannotta potesse effettivamente avvalersi della possibilità di restare in silenzio, vista la sua condizione nel processo su reato connesso.
Sempre ieri è stato sentito Islam Youssef, il titolare di un locale dove spesso i due collaboratori di giustizia e altri del gruppo andavano a mangiare pur non saldando sempre il conto e l'immagine che ne è emersa è stata quella di una squadretta di guasconi, dunque un ridimensionamento della caratura criminale contestata in atti.
Sembrava destinata a finire così l'udienza di ieri mattina quando ha chiesto di fare spontanee dichiarazioni il principale imputato di questo processo, ossia Armando Di Silvio detto Lallà, considerato il capo di tutto il sistema. Ha detto di essere molto malato e provato dal punto di vista morale. Pertanto ha chiesto che gli venga riconosciuta l'assistenza di uno psicologo poiché sia la durata del processo che il lungo periodo di detenzione gli stanno provocando serissimi problemi di salute.