Potrebbe conoscere presto una soluzione il giallo dei resti umani trovati in spiaggia domenica 3 gennaio nella zona di Foce Verde. Grazie alla segnalazione di un cittadino, gli investigatori della Questura hanno imboccato quella che sembra essere la pista giusta: la scoperta di quel cadavere è compatibile con la scomparsa di un senzatetto romeno che viveva in un rifugio di fortuna alle porte di Borgo Sabotino. Tutti i particolari emersi finora nel corso dell'indagine, portano infatti all'identità di Sandu Gravil di 62 anni, manca solo l'ufficialità che può arrivare con la comparazione dei profili genetici.

A fornire lo spunto che ha portato una svolta nell'indagine, è stato Sinuè Basciu, amministratore del gruppo facebook "Borgo Sabotino 2.0" che sin dal primo lockdown rappresenta una piazza virtuale, uno spazio di confronto utile per superare le difficoltà dovute alle restrizioni anti contagio. In questi mesi, la rete di volontariato che gestisce ha aiutato molte famiglie della zona, ma anche diversi senzatetto che vivono nel litorale. Compreso appunto il romeno scomparso dalla Vigilia di Natale, frequentatore anche della Caritas della parrocchia stessa di Sabotino. A indirizzare le indagini nella direzione giusta, è servita poi la tenacia degli specialisti della Polizia Scientifica che hanno avviato una serie di riscontri tecnici tuttora in corso.

Le ultime tracce documentate dello straniero risalgono al 23 dicembre scorso, quando si era spogliato nel centro del borgo e aveva iniziato a importunare i passanti: erano intervenuti i Carabinieri e un'ambulanza lo aveva trasportato in ospedale. Dal giorno dopo, di lui si erano perse le tracce e quando, una decina di giorni dopo, era stato trovato il cadavere sulla spiaggia antistante al piazzale dei Navigatori, qualcuno aveva pensato proprio a lui. Dopo tutto era concreta la possibilità che i resti umani fossero stati trasportati in mare da un fosso, come il vicino Mascarello, corso terminale del canale delle Acque Medie.

La prima compatibilità tra i due casi riguarda proprio quest'ultimo aspetto, visto che Sandu Gravil viveva in un rudere nelle campagne vicino Borgo Sabotino, situato tra strada del Pantanello e l'ex campeggio confiscato che è stato sede dell'associazione Libera. Oltretutto per raggiungere quel rifugio, spesso il romeno percorreva in bicicletta la sponda del canale delle Acque Medie e non mancava occasione che, in preda ai fumi dell'alcol, potesse cadere a terra privo di sensi, finendo anche lungo le sponde del fosso. Ne sa qualcosa lo stesso Sinuè Basciu che più di qualche volta lo ha trovato riverso accanto alla bicicletta e lo ha aiutato a sollevarsi.