Ha rilasciato spontanee dichiarazioni professandosi innocente in aula l'architetto Fausto Filigenzi, (coinvolto nel caso sullo scandalo dei fallimenti in Tribunale e condannato a due anni e sei mesi in Appello) e che ieri è comparso davanti al giudice per l'udienza preliminare Giorgia Castriota per una altra vicenda che risale a quasi sei anni fa la cui posizione in un primo momento era stata archiviata. E' accusato di aver redatto una falsa perizia relativa ad una causa civile tra un costruttore e un privato che aveva acquistato alcune villette a Latina. Filigenzi è finito al centro di questa storia a seguito di una imputazione coatta dopo che la Procura non aveva ravvisato i margini per andare a processo e dopo che il pm aveva archiviato. Subito dopo l'opposizione all'archiviazione presentata dalle parti offese, un anno fa il giudice Giuseppe Cario aveva sciolto la riserva, accogliendo la richiesta.

I fatti contestati riguardano una causa civile che risale al 2007: nel corso del procedimento il giudice istruttore della sezione civile aveva affidato al professionista pontino l'incarico di svolgere una consulenza e Filigenzi, - secondo l'accusa - avrebbe sostenuto che i lavori delle opere previste nelle villette erano ultimati. «In qualità di consulente tecnico d'ufficio nominato dal giudice affermava dei fatti non corrispondenti al vero in merito ad alcune opere realizzate a Latina da una società ed eseguite in appalto, dando un parere mendace e l'esistenza delle condizioni di agibilità». E' questa l'accusa. Agli atti dell'inchiesta è finita la relazione che risale al luglio del 2015. Ieri il professionista è comparso in aula, difeso dall'avvocato Pietro Allotta.
Filigenzi aveva presentato delle corpose memorie difensive con cui aveva respinto gli addebiti, sostenendo che le accuse sono strumentali.