Prima o poi doveva succedere. Tutti, chi più chi meno, temevamo che le varianti del Covid-19 arrivassero anche nel Lazio. Per giorni siamo stati soltanto circondati da regioni colpite dai contagi legati al virus modificato e, dopo tanto girarci intorno, il Covid mutato purtroppo è sbarcato anche da noi a livello regionale, con casi accertati, ma c'è il rischio che la variante inglese si sia fatta largo anche nella nostra provincia. Un rischio consistente, legato al cluster di Roccagorga, quello riferito all'asilo nido Salcani. Non tanto perché si siano accertati ritorni dall'estero, o comunque legami dei positivi con persone rientrate nel nostro paese dall'Inghilterra, quanto invece per il modo anomalo col quale il Covid-19 si è diffuso tra i bambini del nido e le rispettive famiglie, nonni compresi. Troppo velocemente, in maniera del tutto diversa dal tradizionale virus. La Asl pontina ha fiutato il pericolo volendo vederci subito chiaro. Come? Inviando tutti i tamponi positivi, effettuati ai bimbi del Salcani e ai familiari, all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dove sono in corso i necessari accertamenti. Il responso è atteso per oggi. Il contagio potrebbe essere stato causato dalla variante inglese. Il sospetto è forte. Eccessivamente veloce è stata la propagazione del virus sul paese lepino, al punto che la Asl di Latina ha deciso di prendere tutte le precauzioni del caso.

In attesa delle risposte, è già in corso di valutazione la possibilità di un provvedimento urgente da adottare per tutta Roccagorga, quello della zona rossa. E allo stesso tempo si sta pensando anche a richiedere i tamponi per tutti gli abitanti del paese lepino, circa 4mila e cinquecento unità.

Mentre nel nostro territorio esiste ancora una forma di dubbio sulla presenza o meno della variante inglese, a Roma l'arrivo del virus modificato è già certezza. Sono stati riscontrati infatti tre casi al Villaggio Prenestino, periferia Est di Roma. Il ceppo mutato, più contagioso, del Covid-19, si è registrato in 3 tamponi analizzati tra gli alunni e il personale di una scuola dopo l'allarme scattato la settimana scorsa con il primo riscontro in un bambino, sottoposto a screening perché aveva la febbre. La Asl romana ha fatto scattare i controlli ed ha chiuso la scuola circoscrivendo la diffusione del virus.

In ottica futura, a questo punto, diventa improbabile pensare alla riapertura dei confini regionali prevista per il prossimo 15 febbraio e ad un'Italia quasi tutta gialla: si rischierebbe una nuova impennata dei contagi soprattutto perché il virus mutato corre molto più veloce di quello con cui finora abbiamo cercato di convivere.