Dopo oltre sei ore di camera di consiglio ieri pomeriggio il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota ha letto la sentenza dell'operazione «Certificato pazzo», dove a vario titolo agli imputati era stato contestato il vincolo associativo e poi la corruzione. Quattro condanne e tre patteggiamenti, termina in questo modo il processo per chi aveva scelto riti alternativi, a partire dal medico di Fondi: Antonio Quadrino, il cui ruolo nell'inchiesta del Nas è stato di primo piano.
A fronte degli otto anni richiesti dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, il professionista è stato condannato alla pena di sei anni: la più alta. Condanna a tre anni per Massimiliano Del Vecchio di Fondi e poi due anni e dieci mesi per l'avvocato Stefania Di Biagio di Terracina e il medico Antonio Di Fulvio, medico di Nettuno, hanno scelto tutti il rito abbreviato, godendo in questo modo della riduzione di un terzo della pena. Nei confronti di Quadrino il giudice ha applicato anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Hanno invece patteggiato la pena di due anni Tania Pannone, Bruno Lauretti e Silvana Centra. Il giudice ha ordinato nel dispositivo la sospensione condizionale della pena. Una tra le frasi più significative che erano state catturate dai carabinieri del Nas era finita nell'ordinanza firmata dal gip Giuseppe Cario. «Ti faccio un bel certificato».
Il cuore dell'inchiesta aveva portato a Fondi e le indagini erano scattate a margine dei controlli dei militari del Nas, diretti dal comandante Felice Egidio, che si sono insospettiti quando hanno scoperto che esisteva una vera e propria fabbrica del certificato ed è venuto alla luce un sistema che sembrava perfetto: il medico Antonio Quadrino visitava il paziente anche se non gli era stato assegnato.