I fratelli Travali non hanno mai tradito il business più redditizio, quello che aveva consentito loro di crescere a dismisura in città: il traffico di droga. Anzi, le loro manie di grandezza li avevano spinti a cercare sempre nuove zone di conquista per accrescere i ricavi di un sodalizio che ambiva al primato nel territorio pontino.
Con alcuni dei loro fornitori di stupefacenti avevano rapporti di fiducia, come con Gianluca Ciprian e Valeriu Cornici, ma erano poi loro, Palletta e il fratello Salvatore, a occuparsi del controllo dello spaccio in città. Una situazione illustrata in moto dettagliati dai collaboratori di giustizia, due dei quali erano stati organici al loro sodalizio.
«Travali guadagnava 15.000 euro a settimana, veniva pagato il giovedì e il sabato - ha dichiarato Renato Pugliese, che dai Travali si riforniva proprio di droga - A febbraio marzo credo arrivasse a guadagnare circa 30.000 euro al mese puliti: nei mesi successivi arrivò a guadagnare anche 120.000 euro al mese. Io con i Travali guadagnavo circa 5 o 6mila euro al mese puliti».
Nel capoluogo potevano contare sul controllo di soggetti come Davide Alicastro, Silvio Mascetti, Giovanni Ciaravino e molti altri. Ma rifornivano anche personaggi che controllavano piazze di spaccio periferiche, su tutti Ermes Pellerani di Sezze.
Mentre su Aprilia avevano rapporti con Cristian Battello, che ieri durante le perquisizioni è stato trovato in possesso di 50 grammi di cocaina. Riguardo a Fabio Benedetti, Pugliese specifica: «È di Cisterna, una volta ha acquistato quattro etti di cocaina da Travali davanti a me».
Il pentito Agostino Riccardo invece ricorda in che maniera Palletta e gli altri sono riusciti a espandere i loro affari. «La struttura che ho descritto si è costituita precisamente dal 2011 fino ad arrivare a consolidarsi nel 2013, in quanto i Di Silvio stavano tutti in galera e nessuno poteva contrastare Angelo che aveva la possibilità disporre di molti uomini, di armi e di un gruppo di fuoco che era composto dal fratello Salvatore, lo stesso Angelo, il cognato Francesco Viola e Angelo Morelli detto Calo». Agostino Riccardo lo definisce un gruppo di fuoco, del quale era entrato a far parte nel 2011 dopo avere trascorso la sorvegliana speciale a Maddaloni.
Un gruppo di fuoco che era capace di sparare per assoggettare gli spacciatori che di fatto non avevano un gruppo di riferimento, come i tre uomini, dei quali uno attivo nell'importazione di stupefacenti dalla Spagna, che finirono per essere vittime di una rappresaglia dei Travali. Una notte partì addirittura una caccia all'uomo, da parte del gruppo di fuoco messo in piedi da Palletta e soci, terminato con raffiche di colpi d'arma da fuoco contro l'auto di un familiare parcheggiata davanti casa e il negozio di famiglia che all'epoca si trovava al Centro Morbella di uno dei pusher che non voleva sottostare al potere dei Travali. Finì che questi ultimi arrivarono al punto di chiedere 30.000 euro ai tre che non accettavano di lasciarsi assoggettare.