La forza del «metodo Viola-Travali» emerge a tutto tondo dalla vicenda dell'estorsione continuata in danno di un imprenditore agricolo e allevatore di bestiame di Aprilia che nel 2013 si era improvvisamente venuto a trovare in una situazione che gli avrebbe cambiato e anche rovinato la vita. L'imprenditore si era sfogato con un conoscente confidandogli che rischiava di perdere l'azienda a causa di un grosso credito che vantava presso un'azienda di Latina ma che non riusciva a riscuotere, e l'amico gli aveva detto che avrebbe cercato di aiutarlo a modo suo. Qualche giorno dopo, lo stesso conoscente chiamava l'imprenditore invitandolo a raggiungerlo al più presto sotto la sede dell'azienda di Latina che gli doveva il denaro, circa un milione di euro. Una volta giunto a destinazione, l'uomo si era ritrovato con quattro o cinque sconosciuti dai modi spicci e poco affidabili, e dopo i saluti aveva cercato subito di defilarsi avanzando delle scuse, ma gli sconosciuti non avevano voluto sentire ragioni e lo avevano costretto a salire al quarto piano dell'edificio dove aveva sede l'azienda debitrice. Una volta negli uffici, i quattro criminali avevano immediatamente persuaso gli impiegati a portarli dall'amministratore delegato della ditta, al quale, nel giro di pochi minuti, avevano spiegato a chiare lettere che avrebbe dovuto liquidare il credito vantato dal loro «protetto».

Dopo essersi consultato con altri dirigenti dell'azienda, l'amministratore aveva spiegato al gruppo di sconosciuti che avrebbe potuto riconoscere e saldare in favore dell'imprenditore la somma di 480.000 euro, a saldo e stralcio dell'intero credito vantato. Dopo aver convinto il malcapitato allevatore ad accettare quel tipo di soluzione, la cricca era riuscita a far firmare in favore del loro assistito un assegno di cinquantamila euro e vari altri effetti postadatati fino alla concorrenza dell'intero importo pattuito.

Da quel momento la vita dell'imprenditore sarebbe diventata un inferno, perché ogni volta che riscuoteva uno di quegli assegni doveva incontrare il gruppo degli sconosciuti per corrispondere in contanti buona parte del denaro appena incassato. Minacce continue, anche con la pistola, e visite inaspettate in azienda da parte di uno o l'altro di quegli sconosciuti, che ogni volta lo costringevano a degli esborsi supplementari, in contanti, e a volte con bonifici a favore di aziende di amici del gruppo. Talmente era soggiogato e intimorito, l'imprenditore agricolo non ha mai denunciato quella serie di estorsioni durata oltre un anno e che gli era costata complessivamente circa 180.000 euro. La storia è venuta fuori soltanto dai resoconti di Agostino Ricardo ai magistrati della Dda dopo la scelta di collaborare. I protagonisti sono stati indicati in Angelo Travali, Francesco Viola, Angelo Morelli, Denis Cristofoli, Samuele Di Silvio, Renato Pugliese, Riccardo Agostino e Francesco «Ciccio» Della Magna. Una squadra affiatata e soprattutto molto efficiente.