L'ultima parola spetta al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina che dovrà decidere se accogliere o meno la prospettazione della Procura che aveva deciso di archiviare la posizione della dottoressa accusata di aver praticato l'eutanasia al padre morente.
Il magistrato inquirente Simona Gentile, sulla scorta di quello che era emerso nel corso dell'autopsia e una volta che il medico legale ha consegnato l'elaborato peritale, non ha ravvisato gli estremi per andare a processo e la posizione della professionista indagata a piede libero con l'accusa di omicidio volontario nei confronti del genitore, è stata archiviata. L'ultima parola spetta al giudice del Tribunale che può condividere le conclusioni a cui è arrivato il pm oppure una volta che ha esaminato tutti gli atti e il procedimento potrà disporre nuovi approfondimenti investigativi o anche l'imputazione coatta. L'episodio finito al centro dell'inchiesta, era avvenuto lo scorso giugno al Santa Maria Goretti di Latina e sul registro degli indagati era stata iscritta P.P., queste le sue iniziali, 40 anni, residente in provincia di Latina. La professionista era accusata di aver praticato una iniezione fatale al padre, un uomo di 80 anni che era ricoverato in fin di vita al Santa Maria Goretti di Latina a causa di una gravissima patologia.
Secondo il medico legale Maria Cristina Setacci che ha consegnato i risultati dell'esame, la morte è avvenuta per cause naturali e la conclusione a cui è arrivato il consulente dell'accusa coincide anche con le dichiarazioni rilasciate dal medico nel corso di un interrogatorio quando aveva spiegato di aver dato al genitore morente il buscoapan. Agli atti dell' inchiesta anche alcune testimonianze, in tutto erano state prese a sommarie informazioni otto persone che avevano ricostruito i fatti avvenuti in ospedale. Il medico difeso dagli avvocati Angelo Palmieri e Giuseppe Di Domenico aveva ricostruito nel corso di un lungo e difficile interrogatorio dove non erano mancati i momenti di fortissima emozione, tutta la drammatica vicenda. La dottoressa aveva infatti ribadito che per alleviare il dolore al padre morente aveva praticato una iniezione di un antidolorifico. Adesso dopo che il pm ha condiviso le risultanze del medico legale e ha ritenuto che non ci siano elementi per esercitare l'azione penale, il giudice del Tribunale dovrà decidere nei prossimi giorni e sciogliere la riserva.