lcuni testimoni hanno confermato l'impianto accusatorio. Altri invece si sono contraddetti e quando si è trattato in aula di ribadire quello che avevano dichiarato in sede di interrogatorio si sono smarriti, tradendo un cenno di tensione. «Non ricordo, sono passati molti anni», ha detto un cittadino indiano che aveva ottenuto la patente a Latina pagando somme di denaro anche se non parlava neanche una parola di italiano. Poi però ha aggiunto - anche se in modo confusionario - che in effetti aveva dichiarato quelle cose. Hanno deposto quattro stranieri ieri mattina nel corso del processo «Pay to drive» per dei fatti avvenuti dieci anni fa a Latina e provincia. Il dibattimento è entrato nel vivo dopo che nelle precedenti udienze avevano parlato gli investigatori che si erano occupati delle indagini e adesso è il turno dei testimoni: la lista depositata è molto lunga e sono 50. Ieri mattina di fronte alle contestazioni del pubblico ministero Giuseppe Bontempo, due testimoni hanno ricostruito il sistema, confermando in pieno il quadro accusatorio e rinforzando le risultanze investigative scoperte nel corso di una indagine condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della polizia stradale di Latina.

Le dichiarazioni rilasciate nel verbale firmato il 14 novembre del 2011 sono state coerenti con quelle di ieri. «Sì era così, confermo», hanno detto quando si è trattato di riscrivere il sistema delle patenti facili. La deposizione dei quattro indiani era relativa agli aiuti di una scuola guida pontina che permetteva ai candidati di ottenere facilmente la licenza di guida. Altri due testimoni invece si sono contraddetti. C'è stato anche il caso di un indiano che non si ricordava bene il tipo di aiuto ricevuto in occasione della prova scritta dell'esame. Se in sede di interrogatorio davanti agli investigatori aveva ricordato molto bene con una precisa descrizione la presenza di una donna nella sala d'esame, ieri invece il cittadino straniero, ha faticato nel focalizzare l'immagine e la sua deposizione è stata a tratti lacunosa. In un caso un testimone ha detto che ricorda di aver fatto tutto da solo, anche se nel verbale aveva spiegato alla polizia che in realtà c'era una persona che suggeriva le risposte.
L'inchiesta sulle patenti facili dove viene contestato anche il vincolo associativo, era nata a seguito di un servizio andato in onda su Striscia la Notizia, a quel punto gli accertamenti della polizia giudiziaria si erano concentrati nella sede della Motorizzazione civile di Latina dove era stata installata anche una microspia che aveva permesso di ricostruire le condotte sia dei candidati che degli indagati che nel settembre del 2012 erano stati sottoposti ad una misura restrittiva richiesta dal pm Olimpia Monaco.