La Procura ha esercitato l'azione penale e una volta che è terminato l'incidente probatorio e ha cristallizzato una testimonianza, ha chiesto il giudizio immediato per Ferdinando Di Silvio, detto Prosciutto e Antonio Di Silvio, detto Patatino, arrestati dalla Squadra Mobile tra agosto e settembre in due fasi dell'operazione, imputati rispettivamente per tentata estorsione ed estorsione nei confronti di un giovane di Latina.

L'inchiesta della Squadra Mobile era scattata lo scorso agosto, a seguito della denuncia presentata dalla madre della parte offesa che aveva riferito delle minacce subite dal figlio e dell'irruzione in casa. La polizia era riuscita a chiudere il cerchio e il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota aveva emesso un provvedimento cautelare accogliendo le risultanze investigative della Procura e del pubblico ministero Marco Giancristofaro, titolare del fascicolo. Al centro di tutto ci sarebbe stato un debito contratto dalla parte offesa per questioni legate alla droga. Dopo l'arresto di «Patatino», fermato la notte stessa in cui era avvenuti i fatti contestati, gli investigatori avevano attribuito un ruolo anche a Ferdinando detto Prosciutto che avrebbe spalleggiato il fratello. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, «Patatino» era andato in casa del debitore e aveva minacciato il fratello della vittima puntando una pistola alla testa.

Nelle scorse settimane in Tribunale si era svolto l'incidente probatorio e aveva deposto la madre della parte offesa e nel corso della ricostruzione dei fatti, la donna aveva confermato l'impianto accusatorio. L'esame era stato richiesto dalla Procura per raccogliere una prova da portare poi al dibattimento.