Fiumi di droga e pagamenti consistenti della sostanza stupefacente acquistata. Questo è quanto risulta dagli atti dell'indagine antidroga portata avanti dai Carabinieri della sezione operativa del Norm della Compagnia di Formia e coordinata dalla DDA di Roma. Dal 2008 al 2015 sono numerosi gli acquisti di droga, gli scambi di merce, con relativi pagamenti, a volte anche con versamenti di somme rilevanti. Episodi tutti riportati negli avvisi di garanzia firmati dal Pubblico Ministero Stefano Luciani, che sono stati notificati alle cinquantanove persone coinvolte.

Il traffico di droga coordinato da Geppino Fedele aveva come base Minturno, ma gli episodi contestati (125 in tutto) hanno avuto come teatro altri centri come Sora, San Giorgio a Liri (nel frusinate), Napoli, Melito, Mondragone, Sessa Aurunca, Cellole, Somma Vesuviana (in Campania), Formia, Gaeta, San Felice Circeo, Santi Cosma e Damiano. Gli acquisti, in alcuni casi, erano consistenti, come i tredici chili di hashish acquistati nel marzo del 2014, in cambio del pagamento da parte di Fedele e soci di ventimila euro. In un altro caso furono pagati ventiquattromila euro per venti chili di hashish. Anche la cocaina, in qualche caso, è stata acquistata in dosi massicce, come accaduto sempre nell'estate del 2014 quando il Fedele, su indicazione dell'altro indagato Stefano Forte, acquistò da due campani un chilo di cocaina al prezzo di cinquantacinquemila euro, da rivendere poi sul mercato del sud pontino. In un altro caso furono versati quarantamila euro per l'acquisto di hashish e cocaina insieme. E nella documentazione degli inquirenti e dell'autorità giudiziaria, tutto ruotava intorno al Fedele, indicato col ruolo "di promotore, di organizzazione e direzione del sodalizio criminoso".

Era lui che provvedeva, attraverso i contatti con i fornitori, al reperimento della cocaina e dell'hashish, individuano i luoghi dove doveva essere occultata e custodita; inoltre impartiva disposizioni agli altri sodali funzionali all'esecuzione della successiva attività di vendita. Per il Pm Luciani lo stesso Fedele si occupava direttamente del taglio della cocaina e dei contatti coi clienti per la successiva vendita alla quale provvedeva personalmente o avvalendosi del lavoro degli altri sodali. Una organizzazione che si avvaleva della complicità dei familiari del Fedele, ma anche da un gruppo di persone di Minturno, Marina di Minturno e Scauri, che rivestivano ruoli diversi o di secondo piano, ma che comunque sono entrati nell'inchiesta. Ora con la conclusione delle indagini e gli avvisi notificati agli indagati, questi ultimi hanno la possibilità di presentare, entro venti giorni, istanze memorie difensive o chiedere al PM di essere sottoposto ad interrogatorio.