A distanza di due anni e mezzo da quando erano state emesse le misure restrittive, la Procura di Latina e il pubblico ministero Giuseppe Bontempo, titolare dell'inchiesta, hanno tirato le somme e hanno messo la parola fine all'inchiesta Telonai, (gli esattori delle imposte dell'Antica Grecia) condotta dalla Guardia di Finanza dove era stato contestata la corruzione e la turbativa d'asta nei confronti di sei persone sottoposte nel settembre del 2018 ad una misura restrittiva poi annullata dal Riesame.

Dopo il ricorso della Procura, a seguito del pronunciamento dei magistrati romani, la Corte di Cassazione aveva rigettato l'azione giudiziaria relativa alla posizione degli indagati che adesso potranno presentare delle memorie difensive oppure potranno chiedere di essere interrogati dal magistrato inquirente che in un secondo momento deciderà se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio. Il passaggio successivo in caso di esercizio dell'azione penale sarà la fissazione della data dell'udienza preliminare. Era stato il giudice Giuseppe Cario a firmare i provvedimenti restrittivi notificati dai militari diPalazzo Emme. Il cuore dell'inchiesta era la gara per l'affidamento del servizio di riscossione tributi a Pontinia che in base al teorema accusatorio è stata pilotata in cambio di favori. E' questo quello che hanno contestato gli inquirenti che avevano parlato di un sistema corruttivo collaudato. I provvedimenti avevano coinvolto l'avvocato Raffaele Scirè, l'ex assessore del Comune di Pontinia Luigi Subiaco, Maurizio Filiberti, direttore generale di Kibernetes, una delle aziende che doveva ricevere dei favori, Marco Marchetti della società Novares, Gianfranco Castellano e Giorgio Sottile. Il Riesame aveva accolto le richieste della difesa e gli indagati erano tornati in libertà. «Non è stata accertata la consumazione di interferenze e condizionamenti idonei a porre concretamente in pericolo la correttezza della procedura di predisposizione del bando di gara o di un atto equipollente – avevano scritto i magistrati in un passaggio delle motivazioni - e la predisposizione dello Scirè degli schemi delle delibere di giunta e di consiglio non costituisce turbativa ma si tratta di atti di indirizzo - avevano spiegato i magistrati in un passaggio – e non emerge da alcun passaggio che con promesse e collusioni sia stato turbato il procedimento di formazione del bando».

Gli indagati che erano finiti agli arresti domiciliari, in sede di interrogatorio davanti al giudice avevano negato le accuse.

L'inchiesta Telonai era il proseguo di una altra indagine ribattezzata Super Job dove era stata contestata la corruzione e che aveva portato anche in questo caso nel capoluogo pontino.

Il gip aveva spiegato «che vi era un quadro preoccupante di predisposizione degli atti amministrativi su misura che vengono redatti dalle stesse società interessate alla gara». Nel corso dell'inchiesta la decisione del Riesame poche settimane dopo gli arresti, aveva rimescolato le carte e i magistrati avevano sostenuto che non vi erano stati condizionamenti.

Nel fascicolo erano finite intercettazioni telefoniche e ambientali e l'indagine aveva coinvolto amministratori pubblici, professionisti ma anche imprenditori. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Teson, Coronella, Fevola.