I primi verdetti del Tribunale del Riesame confermano la tenuta dell'operazione Reset, ma anche quella di un sistema che un'inchiesta dopo l'altra si è consolidato attorno alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Mai come nell'ultima occasione, le rivelazioni di Renato Pugliese e Agostino Riccardo sono risultate determinanti per supportare il quadro indiziario tracciato dagli inquirenti, anche in assenza di riscontri oggettivi e specifici rispetto alle circostanze contestate: una sicurezza, quella che anima la pubblica accusa, sostenuta dalla sentenza con la quale un anno fa il giudice del Tribunale di Roma condannava i pentiti per i fatti dell'indagine Alba Pontina, ma al tempo stesso certifica la loro credibilità.
La bontà delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia è stata comprovata nel corso delle prime indagini sostenute dalle loro rivelazioni, come successo nel caso dell'inchiesta Alba Pontina, ma anche dalla sovrapponibilità delle ricostruzioni offerte dai due pentiti rispetto alle medesime circostanze. Dopo tutto entrambi i pentiti introducono vicende sconosciute agli investigatori e che, oltretutto, li espongono in prima persona nella pianificazione come nell'esecuzione delle estorsioni, oltre che nei traffici di droga, prima al fianco di un sodalizio criminale, quello dei fratelli Travali, poi nell'organico della famiglia di Armando Di Silvio detto Lallà, la prima organizzazione pontina che si è vista contestare l'aggravante del metodo mafioso.
«...le dichiarazioni rese dal Pugliese nei diversi verbali illustrativi mentre erano in corso le indagini per i reati associativi di cui lo stesso non era a conoscenza hanno permesso agli inquirenti la decodificazione in tempo reale delle intercettazioni e degli esiti delle attività investigative - si legge nella motivazione della sentenza di condanna a carico dei due collaboranti - Sicché l'attendibilità intrinseca della sue propalazioni si ricava innanzitutto dalla scelta di ricostruire uno spaccato criminale che lo vedeva coinvolto nella esecuzione di molteplici delitti anche piuttosto gravi di matrice intimidatoria e violenta... ricostruendo con le sue dichiarazioni l'organigramma anche di una struttura associativa mafiosa di cui».