I contagi restano alti, la variante inglese del Covid-19 dilaga anche nella nostra provincia e tutti stiamo per salutare la "confortevole" zona gialla. Ecco il quadro di una situazione che, tra poco, proseguirà con l'entrata della regione Lazio in fascia arancione se non addirittura in quella rossa dopo che l'indice Rt (diffusione del virus) è balzato, dallo 0.98 a oltre quell'1.00 che fa scattare il cambio di colore.
In provincia la mutazione più diffusa del Sars-Cov-2 è diventata prevalente nel contesto dei contagi, e non poteva essere altrimenti dopo aver preso subito piede nelle scuole per poi proseguire in altri ambiti. Come, ad esempio, quello sportivo visto che a Pontinia ne è risultata colpita anche una squadra sportiva femminile. «Servono più test molecolari perché gli antigenici non sono sufficienti - hanno reso noto ieri dalla Asl di Latina oltre a comunicare 150 nuovi casi positivi e di decessi di due residenti nel capoluogo e a Priverno (82 i guariti nelle ultime 24 ore) -. Vengono infatti riscontrati tanti falsi negativi se si è positivi al virus modificato. I test rapidi, insomma, non permettono di fare una giusta diagnosi. E questo ci crea molti problemi. Bisogna rivedere un po' gli strumenti che abbiamo a disposizione».
Tornando all'addio alla zona gialla, va detto che a costringerci a cambiare scenario sono anche i dati sull'occupazione dei posti letto negli ospedali. «Il 9 marzo il Lazio ha superato la soglia del 30% imposta dal Ministero della Salute per le terapie intensive che è del 31% - ha spiegato in una nota l'Agenzia Dire dopo aver interpellato l'Unità di crisi della Regione Lazio -. E i ricoveri continuano a crescere da almeno una settimana. Per i pazienti non critici, invece, al momento siamo intorno al 35%, in linea con la soglia del 40% ma si sta parlando di dati in costante aumento». Analizzando la tabella dei nuovi casi, quello che risulta evidente è che in tre settimane i contagi sono di fatto raddoppiati. «Mercoledì 17 febbraio - continua l'Agenzia Dire - i nuovi casi registrati nel Lazio erano 871. Sette giorni dopo, il 24 febbraio, erano saliti a 1.188. Il 3 marzo erano 1.520 e ieri (il 10 marzo, ndr) ben 1.654. Il rapporto tra positivi e tamponi molecolari non è mai sceso sotto il 10%, con un costante peggioramento. Il 24 febbraio è stato il giorno dell'inversione della curva degli attualmente positivi, che in tre mesi erano scesi da oltre 90mila a 34.880. Il 25 febbraio è iniziata la risalita e oggi siamo a 38.876».
Nell'ultima settimana la provincia che ha registrato il maggior incremento è stata quella di Rieti, col +133% di casi; poi Frosinone col +55%, Latina col +42% mentre è in controtendenza Viterbo con un -11%. Roma ha sostanzialmente tenuto: +9%.