I giudici della Corte d'Appello hanno ridotto la sentenza di condanna nei confronti del cittadino straniero arrestato dalla polizia nel novembre del 2019 dopo che aveva palpeggiato e minacciato una commessa di un negozio a Palazzo di Vetro. Rispetto ai quattro anni e due mesi di reclusione, emessi dal Tribunale di Latina, i magistrati romani hanno ridotto la condanna a due anni e un mese, riconoscendo l'ipotesi lieve per quanto riguarda la violenza sessuale e accogliendo in questo modo la prospettazione del legale dell'uomo, l'avvocato Marco Reale.
L'episodio avvenuto in pieno giorno era stato ricostruito in sede di requisitoria dal procuratore generale. Sedo Dickson, di origine nigeriana che era poi tornato in libertà, in base a quanto accertato aveva spinto la parte offesa verso la vetrata di un negozio e in un secondo momento dopo aver immobilizzato la commessa, l'aveva palpeggiata in tutto il corpo sul seno e le parti intime «costringendo - aveva sostenuto la Procura - a subire un abuso sessuale». Oltre alla violenza nei confronti del cittadino straniero gli inquirenti avevano contestato anche le minacce.
Dopo l'aggressione infatti, il 28enne si era rivolto alla donna in modo inequivocabile. «Se lo dici a qualcuno ti ammazzo, ti vedo tutte le sere quando chiudi il negozio». E per assicurarsi l'impunità aveva compiuto degli atti da costringere la ragazza ad omettere di denunciare i fatti.
In primo grado era stata pienamente accolta la ricostruzione del pubblico ministero Daria Monsurrò e il Collegio Penale del Tribunale di Latina - composto dai giudici Francesca Coculo, Laura Morselli e Simona Sergio - lo scorso luglio, aveva condannato l'imputato a quattro anni e due mesi. Nel corso delle indagini e del processo erano state acquisite delle testimonianze. Molto importante si era rivelata quella di un uomo che aveva notato l'imputato mentre si agitava e gesticolava sul luogo dei fatti e la vittima invece completamente paralizzata dalla paura. Il testimone che aveva aiutato gli investigatori per arrivare all'identificazione dell'autore della violenza, aveva fornito elementi che si erano rilevati preziosi.
Nel corso delle indagini inoltre era emerso un altro particolare e cioè dei comportamenti molesti da parte dell'imputato nei giorni precedenti all'aggressione, non solo ai danni della parte offesa ma anche all'indirizzo di alcune dipendenti di una altra attività commerciale.
Sempre nel corso del processo è emersa anche la serialità del 28enne che si piazzava davanti al locale della vittima degli abusi e in un caso mimando un pancione, alludendo al ventre di una donna incinta, le aveva detto. «Ti vedo tutte le sere chiudere il bar, io voglio avere un figlio da te e se lo dici a qualcuno ti ammazzo».
Condanna ridotta per la violenza: aveva palpeggiato una donna
Latina - Due anni e un mese di reclusione per uno straniero che aveva aggredito la commessa di un negozio Prima era stata palpeggiata e poi minacciata