A mettere i carabinieri in allerta sulle singolari vicissitudini all'interno del cimitero di Sezze (LEGGI QUI: Loculi venduti e festini hot al cimitero di Sezze: ecco i nomi degli arrestati) potrebbe essere stato il genitore di una ragazzina finita nel giro di baby prostituzione che per un certo periodo ha movimentato le serate dietro i cancelli del camposanto, oppure la segnalazione di qualche residente nella zona delle Zoccolanti che non riusciva a raccapezzarsi del grande movimento di auto e persone intorno al cimitero in orari poco compatibili con le visite ai defunti.

Fatto sta che quando nell'estate del 2019 i carabinieri si sono presentati negli uffici del camposanto e nell'abitazione del custode esibendo un mandato di perquisizione e sequestro, la sorpresa per i contenuti del materiale rinvenuto all'interno di un personal computer era stata superiore alle aspettative.

Ma la presenza di qualche minorenne nel giro di persone che si riteneva fossero coinvolte in quel torbido giro di scambi e prestazioni a pagamento aveva costretto gli investigatori pontini a trasmettere tutto alla competente Procura dei Minori di Roma.

Da quello stesso pc sequestrato erano emersi già allora diversi profili interessanti sulle attività collaterali, allora ancora soltanto presunte, dell'intraprendente custode del cimitero, Fausto Castaldi, ma per potervi mettere mano è stato necessario attendere che gli inquirenti della Procura minorile estrapolassero tutti gli elementi connessi alla presenza delle giovanissime ragazze coinvolte prima di restituire gli atti col resto della materia in via Ezio a Latina.

Le indagini sulla compravendita abusiva di loculi e sepolture sono quindi cominciate davvero soltanto un anno dopo il primo impatto con la singolare «tomba connection» messa su dal custode del camposanto con la connivenza e la collaborazione di qualche funzionario del Comune di Sezze, ma l'attesa non ha deluso le aspettative, perché dal prosieguo degli accertamenti è venuta fuori la situazione che oggi costituisce l'architrave dell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato due persone in carcere e altre nove agli arresti domiciliari.
L'incipit del provvedimento del giudice Giuseppe Cario riassume in modo magistrale l'accaduto: «...l'attività permanente e spregiudicata di una banda che si appropria dei servizi cimiteriali in modo sistematico, sostituendosi in ogni modo all'ente comunale depredando l'ente pubblico e i privati bisognosi di sepolture».

E siamo al filone della gestione della materia delle sepolture. L'attesa adesso è per le determinazioni del Tribunale dei minori, che prima o poi arriveranno, e che getteranno un cono di luce su quello che accadeva al camposanto di Sezze dopo la quotidiana chiusura dei cancelli, cioè quando il cimitero, dismessi i panni del luogo del silenzio e del raccoglimento, si trasformava in un'allegra casa per appuntamenti a luci rosse.

Alle prime ore dell'alba, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale Giuseppe Cario  su richiesta del Procuratore Aggiunto Dr.
Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.Valerio De Luca, nei confronti di 11 persone (delle quali due sono state associate in carcere e le restanti nove agli arresti domiciliari).
I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per: corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.

L'indagine, iniziata nel febbraio del 2019, si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare: la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata; il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune; la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze; la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio; le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di ristrutturare la propria tomba di famiglia attraverso ditte edili esterne; le responsabilità di tre degli indagati che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta nei confronti del custode del cimitero.Nello stesso contesto sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poiché ritenute responsabili, a diverso titolo, dei medesimi delitti.

Si tratta di 

Fausto Castaldi, Maurizio Panfilio (in carcere), Antonio Castaldi, Gianni Cerilli, Gianluca Ciarlo, Alfredo De Angelis, Fausto Perciballe, Antonio e Francesco Fanella, Andrea Redi

di: La Redazione