C'è anche l'ospedale Santa Maria Goretti di Latina tra le strutture interessate dal protocollo di somministrazione degli anticorpi monoclonali ai pazienti Covid. Lo ha dichiarato ieri l'assessore alla Sanità regionale elencando i nosocomi del Lazio dove prenderà il via la nuova cura contro il virus (Spallanzani, Tor Vergata, Umberto I, Sant'Andrea, San Paolo di Civitavecchia, ospedale di Palestrina, ospedale dei Castelli, Belcolle di Viterbo, De Lellis di Rieti, Spaziani di Frosinone e appunto il Santa Maria Goretti).
L'annuncio da parte di Alessio D'Amato del via libera nel Lazio all'utilizzo degli anticorpi monoclonali arriva dopo quello del Ministro alla Salute Roberto Speranza, che ha inserito la questione in cima alla lista delle situazioni di cui occuparsi la prossima settimana. Le prime forniture sono già disponibili. Saranno i medici di famiglia a valutare quali siano i pazienti a cui somministrarli.
Vaccino Reithera
Intanto ieri al Santa Maria Goretti ha preso il via la sperimentazione del vaccino italiano prodotto dalla ReiThera di Castel Romano. L'ambulatorio di Malattie Infettive dell'ospedale del capoluogo coordinato dalla professoressa Miriam Lichtner ha effettuato nei giorni scorsi le convocazioni tra i 50 volontari arruolati. Si tratta di persone di varie età, dai 18 anni in su, che non sono state già vaccinate e non hanno avuto il Covid. Ieri il primo gruppo si è sottoposto a tampone e test ematici, poi una volta superate le prove è stato il turno della somministrazione della dose. La prossima settimana sarà chiamato un secondo gruppo di candidati e a seguire tutti gli altri.
Lo studio è coordinato dall'Istituto di Malattie Infettive Spallanzani di Roma con il supporto della Regione Lazio. Sul 33% dei volontari si proverà il vaccino monodose, su un altro 33% la doppia dose a distanza di 21 giorni e, come in ogni sperimentazione, ci sarà anche il braccio placebo che riceverà solo soluzione fisiologica.
La fase 1 della sperimentazione eseguita presso l'ospedale Spallanzani di Roma ha dato risultati considerati soddisfacenti. Le reazioni avverse al vaccino sono state limitate per intensità e durata, e nessun volontario ha manifestato effetti collaterali di gravità tale da compromettere le attività quotidiane.
«Siamo orgogliosi di portare il nostro candidato vaccino in una fase avanzata di sperimentazione clinica. Per affrontare la portata mondiale di quest'emergenza sanitaria c'è ancora necessità di nuovi vaccini sicuri ed efficaci che si aggiungano all'arsenale di quelli già approvati in Italia e nel resto del mondo – ha dichiarato la Presidente di ReiThera, Antonella Folgori – Il lavoro svolto per lo sviluppo dei vaccini contro il Covid è stato straordinario. Siamo onorati di partecipare a questo sforzo collettivo e globale». Il Reithera si basa su una piattaforma vaccinale del vettore virale che contiene l'informazione genetica per produrre la proteina spike del Sars Cov2. Si tratta delle proteine che stimolano il sistema immunitario. «Serve una produzione nazionale, un progetto Ue per gestire rischi futuri e più risorse. Il vaccino ReiThera sarà pronto a settembre». Lo ha dichiarato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani in un'intervista rilasciata al Sole 24 Ore, raccontando la corsa contro il tempo del vaccino ReiThera per produrre 100 milioni di dosi all'anno, mentre nei laboratori dell'istituto che dirige si lavora anche ad un vaccino con l'azienda Takis, sempre di Castel Romano, che ha appena avviato la sperimentazione sull'uomo.