Che gli affari illeciti gestiti da Fausto Castaldi fossero cosa nota a Sezze, amministratori compresi, lo conferma il coinvolgimento di Antonio Di Prospero, vice sindaco e assessore, tra le altre cose, proprio ai servizi cimiteriali: non solo accetta di pagare la mazzetta, ma si lamenta del pagamento eccessivo, sebbene il custode gli avesse riservato una tariffa "stracciata" rispetto a quella che abitualmente riservava agli altri concittadini.

È lo stesso politico a rivolgersi al custode del camposanto per accaparrarsi una cappella con più loculi e Castaldi asseconda le sue richieste con non poche rimostranze per il mancato introito, avendo sottratto tombe utile per fronteggiare le richieste di chi paga un prezzo pieno. Di Prospero è consapevole di sfruttare il proprio potere quando scherza dicendo a Castaldi: «Te faccio smontare tutto qua». Fatto sta che invece di pretendere quattromila euro per ogni loculo, il "padrone" del cimitero si accontenta di chiederne appena duecento a Di Prospero. Ma i costi finali ovviamente lievitano, una vola sommati alle spese di allestimento delle lapidi, e Castaldi alla fine gli prospetta la possibilità di vendere a terzi due delle sei sepolture che gli ha concesso.

Ma al custode si rivolgono anche appartenenti alle forze dell'ordine, come un ispettore della Polizia Locale di Sezze, Paolo Rosella, che si fa realizzare una tomba interrata. Gli investigatori dei Carabinieri documentano sia i lavori di realizzazione che la consegna di un acconto di duemila euro nelle mani di Castaldi.

E come Rosella, è consapevole di ottenere un servizio illecito anche di Angelo Tomei, militare della Guardia di Finanza che, emerge dalle indagini, viene presentato a Castaldi da uno dei titolari delle agenzie funebri, Giusino Cerilli. Un favore che il custode farà pesare e non poco a quest'ultimo.