«Sono e siamo dispiaciuti, basiti e indignati per quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica. I presunti reati non solo sono contrari alla legge ma sono contrari alla moralità, alla sacralità dei luoghi, alla dignità delle persone, al rispetto dei defunti. Ci auguriamo che venga fatta luce sull'accaduto e che la giustizia faccia il suo corso individuando le responsabilità ed è chiaro che l'ente si costituirà parte civile per i danni materiali e morali subiti. Il vicesindaco rassegnerà le sue dimissioni domattina così che possa dedicarsi interamente a fare piena luce sui fatti che lo hanno visto coinvolto e l'ente ha avviato le dovute procedure disciplinari interne».

E' con queste parole che ieri in tarda mattinata il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, ha cercato di buttare acqua sul fuoco delle polemiche sorte a latere dell'indagine Omnia che ha portato agli arresti di 11 persone eh ha prodotto 15 avvisi di garanzia, uno dei quali indirizzato al vicesindaco. Di Raimo, nella sua nota, ha precisato come i due dipendenti comunali attualmente in carcere, Fausto Castaldi e Maurizio Panfilio, siano in pensione già dal 2019 ed è più di un anno che i servizi cimiteriali sono gestiti direttamente dalla SPL come la responsabilità del settore è stata da tempo affidata ad altre posizioni organizzative con il totale rispetto delle norme di legge e dei regolamenti:

«Per la soluzione delle diverse problematiche che tormentano questo paese e per reagire di fronte a questa ferita, c'è sicuramente bisogno di una forte collaborazione fra istituzioni e cittadini e ci auguriamo che questa possa crescere sempre di più negli anni. È giusto e doveroso aprire una riflessione che coinvolga l'intera comunità, ma sarebbe un errore cadere nel tranello di alimentare una lettura dei fatti che tende a far passare Sezze come un paese fuori controllo, senza slancio e senza prospettive, che vuole far passare l'idea di un presunto "sistema", perché così non è. Concetti del genere non sono solo attacchi, speculativi, contro l'amministrazione politica di turno ma lo sono verso i cittadini perché un paese è "grande" se tali sono i suoi cittadini e Sezze lo è, a prescindere da questi fatti inauditi che riguardano l'operato indicibile di alcuni». Sezze, insomma, può e deve guarire da quella che il sindaco considera una vera e propria ferita. Peccato che il suo intervento, rilanciato sui Social, non abbia trovato il sostegno che forse il primo cittadino pensava di raccogliere, con la comunità che avrebbe visto nelle sue personali dimissioni la strada migliore da percorrere.

Intanto questa mattina Antonio Di Prospero ha formalizzato le proprie dimissioni dai ruoli che ricopre da giugno 2017. L'unico elemento della giunta a non essere stato finora interessato dai cambi realizzati in questi anni di mandato da Sergio Di Raimo, ha affidato i suoi pensieri alla nota che sancisce la sua uscita dall'esecutivo, in attesa dell'accettazione del primo cittadino che, visti i presupposti, non dovrebbe essere in discussione:

"Considerate le indagini in corso – si legge nella nota – onde evitare danni di immagine e situazioni che possano arrecare pregiudizio alla pubblica amministrazione, comunico con effetto immediato le mie dimissioni da ogni incarico amministrativo in corso. Sono fiducioso – prosegue Di Prospero nella sua nota – nell'operato della Magistratura, verso cui rilascerò ogni dichiarazione che possa far luce sulla vicenda. Seppure nella consapevolezza della mia completa estraneità ai fatti e del principio della presunzione di innocenza che regola l'ordinamento giuridico italiano, ritengo opportuno rimettere il mio mandato al fine di tutelare me stesso, l'operato del sindaco, della giunta e del consiglio comunale tutto, organi su cui alcun dubbio di legalità può e deve essere sollevato".