Fabrizio Moretto ha avuto un ruolo determinante nel pestaggio di Erik D'Arienzo, ma l'inchiesta della Procura finora non ha chiarito le circostanze dell'aggressione costata la vita al ragazzo di Borgo San Donato, morto per le complicazioni delle lesioni riportate la notte del 30 agosto scorso. Prima che venisse ucciso a sua volta con un colpo di pistola la sera del 22 dicembre, gli investigatori dei Carabinieri hanno documentato l'aggressività di colui che è stato il principale indiziato e la sua propensione a mostrare, a mo' di minaccia, armi improprie come roncole e arnesi da lavoro compatibili con i colpi inferti al suo giovane amico, ma resta il mistero su quello che è successo prima del ritrovamento del corpo esanime del ventottenne sul ciglio della Pontina vicino Borgo San Donato: un giallo che sembra affondare la sua origine nel viaggio che i due hanno fatto verso Latina a notte fonda.
La ricostruzione della serata a cavallo tra il 29 e il 30 agosto non fa una piega fin quando Fabrizio Moretto ed Erik D'Arienzo raggiungono il capoluogo pontino, partendo da Bella Farnia alle 2:10. Sono i loro telefoni cellulari a confermare gli spostamenti e tutti e due hanno agganciato i ripetitori nella zona di Latina, quindi erano certamente insieme. Gli inquirenti rilevano che c'è stata una sovrapposizione tra loro, ma specificano pure che l'utenza in uso a D'Arienzo, «smetteva definitivamente di generare traffico alle ore 2:28 quando si trovava nel centro abitato di Latina». Quindi il telefono del giovane smette di inviare segnali quando invece quello del quarantenne inizia a spostarsi nuovamente verso Sabaudia, agganciando il ripetitore in zona Borgo San Donato alle 2:37.

Cosa i due siano andati a fare nel capoluogo e chi abbiano incontrato è chiaro fino a un certo punto. In una prima dichiarazione resa ai Carabinieri, Moretto sosteneva che i due erano andati a cercare un'ex fidanzata di D'Arienzo, ma erano tornati indietro non avendola trovata. Poi invece è emerso che si sarebbero spostati per acquistare cocaina, incontrando alcuni amici. In realtà non è chiaro cosa sia successo a Latina e il fatto che telefono di Erik abbia smesso di funzionare prima del loro ritorno verso casa e da allora sia sparito, non fa altro che alimentare i dubbi sul pestaggio che gli è costato la vita.

Non sembrano esserci dubbi sul fatto che Fabrizio Moretto abbia chiesto aiuto al fratello Andrea e al loro amico Andrea Tarozzi solo dopo l'aggressione, quando i due lo hanno aiutato ad allertare i soccorritori depistando l'indagine, ma non è credibile l'ipotesi che lui stesso ha caldeggiato della caduta dell'amico dallo scooter Yamaha T-max mentre tornavano da Latina sulla Pontina. Anzi, a questo punto non è neppure certo che si trovassero entrambi sul motociclo e non può essere escluso che fossero con altre persone con altri mezzi, sebbene avessero utilizzato lo scooter per buona parte della serata. Come è plausibile che i due siano tornati con mezzi diversi: il "silenzio" del telefono di D'Arienzo a Latina sembra suggerire che non sia stato aggredito nel punto dov'è stato trovato in fin di vita, all'altezza della rotatoria tra la Pontina e la Migliara 47, ma che qualcuno lo abbia portato lì per lasciarlo a terra.