Quattro anni e quattro mesi di reclusione. E' la sentenza di condanna emessa ieri nei confronti di un uomo di origine romena, I.C., queste le sue iniziali, 37 anni, accusato di violenza sessuale sulla ex e maltrattamenti in famiglia. Il collegio penale del Tribunale ha accolto in pieno la richiesta del pubblico ministero Daria Monsurrò e al termine della camera di consiglio i giudici hanno emesso al sentenza di condanna. In fase di indagini preliminari, l'imputato era stato sottoposto ad una misura restrittiva e al divieto di avvicinamento nei confronti della ex dopo la denuncia presentata dalla donna.

A innescare la miccia che ha portato l'uomo in aula, era stato un tradimento virtuale da parte della moglie che si era messaggiata con un altro uomo. Era stato questo un episodio chiave nell'inchiesta che aveva suscitato molta gelosia nel 37enne. «Per aver maltrattato in stato di ubriachezza abituale la propria moglie, anche alla presenza dei figli minori con ingiurie e minacce di farla a pezzi e inoltre - sempre secondo le indagini del pm Marco Giancristofaro - ha vessato e percosso vessandola e percuotendola con schiaffi e calci la donna, nonchè tirandole oggetti costringendola a subire un rapporto sessuale completo».

Per molti anni l'uomo era stato un marito modello e a quanto pare avrebbe smarrito il lume della ragione per un raptus di gelosia dopo la scoperta dei messaggi della donna e a quel punto la situazione era diventata sempre più critica. Ieri si è concluso il processo nei confronti dell'imputato, difeso dagli avvocati Marco Reale e Rodolfo Bellato. Scontato che una volta che saranno depositate le motivazioni della sentenza la difesa presenterà ricorso in Corte d'Appello. In aula nel corso della requisitoria il pm ha ricostruito i fatti ripercorrendo ogni momento di questa dolorosa vicenda, mentre la difesa ha cercato di scardinare le accuse. Nel corso della precedente udienza era stata ascoltata la parte offesa che aveva spiegato i fatti e nel corso della deposizione aveva «riscritto» tutta la storia ma in alcuni frangenti il racconto era lacunoso. Ieri alla vicenda è stata messa la parola fine.