La Procura di Latina ha impugnato la sentenza di assoluzione nei confronti della funzionaria comunale Elena Lusena e dell'imprenditore Vincenzo Malvaso, all'epoca dei fatti consigliere comunale di Forza Italia, coinvolti nell'inchiesta Olimpia e che avevano scelto di essere processati con il rito abbreviato. Lo scorso luglio il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota aveva assolto i due imputati, sostenendo nelle motivazioni della sentenza che «non sussistono neanche in maniera astratta gli indici per ritenere fondata l'ipotesi associativa».

Una ricostruzione che ha spinto il pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare dell'inchiesta, a rilanciare le accuse e a presentare ricorso in Corte d'Appello. Il magistrato inquirente ritiene che siano validi e concreti gli elementi raccolti nel corso delle indagini condotte dai carabinieri e mantiene ferme le convinzioni investigative.

La data del processo in Corte d'Appello ancora non è stata fissata. L'inchiesta Olimpia nel novembre del 2016 era stata una bufera giudiziaria che aveva travolto, politici, imprenditori e professionisti di Latina. Nel processo con rito abbreviato che si era svolto davanti al gup Giorgia Castriota nel corso della sua requisitoria il pm aveva ripercorso l'indagine e nei confronti di Malvaso e della Lusena aveva chiesto la condanna rispettivamente a quattro e cinque anni di reclusione. Il giudice al termine del processo aveva accolto la prospettazione delle difese e aveva assolto i due imputati dalle accuse contestate. Sia per Malvaso che per la Lusena il Riesame aveva annullato il provvedimento cautelare sostenendo l'insussistenza dei gravi indizi, nel caso della funzionaria comunale sia per la fattispecie associativa che per i reati fine.

Le tappe dell'inchiesta Olimpia in fase di indagini preliminari erano state diverse, a partire da una ritenuta fondamentale dal collegio difensivo: il pronunciamento del Riesame che per alcuni indagati aveva azzerato le accuse e per altri le aveva invece ridimensionate. In quell'occasione i giudici infatti avevano annullato alcuni capi di imputazione e delle tre associazioni per delinquere che erano state contestate a vario titolo nei confronti degli indagati, avevano lasciato in piedi soltanto quella che riguardava i rapporti tra la vecchia amministrazione comunale e l'Unione Sportiva Latina Calcio.

Nei confronti degli imputati che hanno scelto invece il rito ordinario, il processo non è ancora iniziato e dopo due rinvii per alcuni difetti di notifica, la prossima udienza è fissata per il 13 aprile davanti al collegio penale. Il Comune di Latina si è costituito parte civile.

La fase preliminare di Olimpia era stata molto lunga con oltre 30 udienze davanti al gup. Nel processo centrale il cuore dell'inchiesta riguarda i piani urbanistici che erano stati annullati dal commissario Giacomo Barbato oltre ai rapporti e ai favori tra il Comune e la compagine sportiva.
Su alcuni reati avanza l'ombra della prescrizione per dei fatti che sono avvenuti nove anni fa, per altri invece no.