Convalida dell'arresto e mantenimento della misura di custodia ai domiciliari per il 45enne impiegato di Latina arrestato la settimana scorsa con l'accusa di pedopornografia dagli agenti della Polizia Postale all'esito di una perquisizione effettuata presso l'abitazione dell'indagato su disposizione della Procura Distrettuale di Roma.
Ad interrogare il 45enne in presenza del difensore di fiducia è stato il giudice per le indagini preliminari Mario La Rosa, che ha agito per rogatoria su delega del collega del Tribunale di Roma.
Al giudice che gli ha mosso le contestazioni che gli sono valse la misura dell'arresto, l'indagato ha ammesso di aver scaricato nel corso del tempo una certa quantità di immagini pedopornografiche e video che ritraggono anche scene di violenza sessuale cui sono sottoposti dei minori, ma ha insistito nel negare di aver mai condiviso quelle immagini e quei filmati con altre persone attraverso il web.
Il 45enne era stato preventivamente informato sia dal giudice che dal proprio difensore che sarebbe stato controproducente rendere false dichiarazioni o anche soltanto cercare di nascondere qualcosa delle condotte contestate, dal momento che la Polizia Postale, dopo aver sequestrato il personal computer durante la perquisizione, sta procedendo alla lettura minuziosa di tutti i contenuti dell'hard disk e che da tali verifiche emergerà qualsiasi contatto in entrata e in uscita dal pc. Consapevole di queste raccomandazioni e del fatto che eventuali dichiarazioni mendaci verrebbero stanate aggravando così la sua posizione processuale, l'indagato ha comunque cercato di convincere il giudice che tutto ciò che ha riferito nel corso dell'interrogatorio corrisponde alla realtà dei fatti.
Resta il fatto che F.M., il 45enne protagonista di questa vicenda, è indiscutibilmente un «cacciatore» di immagini di natura pedopornografica e come tali assolutamente illegali; coloro che ne fanno uso, scambio o commercio sono perseguibili ai sensi di specifici articoli del Codice penale vigente.
A risalire fino al cyber-pedofilo pontino era stata la stessa polizia Postale messa sull'avviso nientemeno che dall'Fbi che stava seguendo una pista internazionale di commercio on line di materiale pedopornografico molto imbarazzante; gli agenti statunitensi avevano raccolto tutti gli indirizzi e le chat sulle quali ritenevano si svolgesse la pratica illegale ed hanno trasmesso il loro bagaglio di acquisizioni a tutti i Paesi coinvolti nell'indagine. Qui da noi in Italia ad occuparsi della materia delle pedopornografia online è la Dd, che giovedì scorso è sbarcata anche a Latina.
Il verbale dell'interrogatorio di ieri è stato trasmesso appunto al Tribunale di Roma, mentre le indagini proseguono.