Se n'è accorta una dipendente giovedì mattina, poco dopo l'ingresso in azienda: la porta dell'archivio del servizio Affari Generali era aperta. Non succede mai, perché quell'archivio custodisce materiale sensibile e l'accesso è consentito soltanto a pochi addetti e le chiavi sono in possesso del dirigente del servizio.
La dipendente, subito dopo aver notato quel particolare inconsueto, ha immediatamente avvisato la responsabile del Servizio Affari Generali, per farle constatare che l'archivio era aperto e che la serratura sembrava chiusa benché non presentasse segni di forzatura.
Ad un esame più attento, è emerso che pur chiudendosi a chiave regolarmente, la porta presentava una vistosa fessura nella parte inferiore della battuta, dove si potevano notare anche dei graffi presumibilmente dovuti a una forzatura con un cacciavite o con un palanchino.
Preso atto dell'anomalia, è stata informata subito la Direzione Aziendale, che non ha esitato a chiedere l'intervento della Polizia. Una pattuglia arrivata nella sede direzionale della Asl ha potuto constatare che effettivamente i sospetti del personale erano fondati: qualcuno aveva forzato la porta usando una leva in metallo. I segni della forzatura erano molto evidenti nella parte inferiore della porta metallica e la polizia ha consigliato ai responsabili della Asl di sporgere una denuncia a tutela dell'azienda. Il consiglio è stato seguito e poco dopo l'intervento della polizia il responsabile dell'ufficio legale della Asl ha presentato una denuncia contro ignoti.
All'interno dell'archivio non vi erano segni evidenti di manomissione, e i fascicoli risultavano tutti al loro posto: impossibile stabilire su due piedi se chi ha forzato quella porta si sia introdotto poi nell'archivio per prelevare o al contrario depositare dei documenti. Non essendo stati trovati segni di effrazione all'ingresso dell'edificio né in alcuno degli accessi ai diversi piani della struttura, la polizia ha ritenuto improbabile l'ipotesi che alcuni ladri possano essersi introdotti nella sede della Asl 3d abbiano aperto la porta dell'archivio senza sapere davvero cosa potesse contenere, e che una volta trovatisi di fronte a degli scaffali pieni di faldoni cartacei abbiano rinunciato a cercare qualcosa.
Non si è trattato dunque dell'errore di qualche ladro; chi ha forzato quella porta sapeva probabilmente quello che faceva e non è escluso che possa aver sottratto qualche documento. Quale? La domanda promette di rimanere senza risposta, almeno per il momento, perché è da escludere che si possano visionare uno ad uno tutti i fascicoli contenuti in quell'archivio per verificarne la completezza.
Il materiale custodito nell'archivio è databile fino all'anno 2014, perché le pratiche più recenti si trovano ancora negli uffici che le hanno prodotte tra il 2015 e il 2021. Chi poteva cercare dei documenti vecchi come minimo di almeno sette anni?
Un rebus che al momento nessuno sembra in grado di risolvere. Eventuali connessioni con le indagini in corso sulla vicenda del concorso per 70 posti di amministrativi sembrano improbabili, ma gli interrogativi sono tutti aperti.