Il collegio difensivo di alcuni degli imputati ha sollevato una serie di eccezioni in aula ieri nella prima udienza del processo Olimpia che vede sul banco degli imputati 35 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere. Il punto su cui hanno battuto i legali ha riguardato la genericità e l'indeterminatezza del capo di imputazione nel decreto che dispone il giudizio relativo alle condotte contestate. Si va dall'associazione per delinquere sul fronte urbanistico a quella contestata dagli inquirenti che riguardava i rapporti tra la vecchia Unione Sportiva Latina Calcio e l'amministrazione comunale, guidata all'epoca dei fatti dall'ex sindaco Giovanni Di Giorgi. Le difese infatti hanno sottolineato che non erano specificati i ruoli all'interno del sodalizio.

Il pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare del fascicolo, ha chiesto un termine per esaminare le richieste e replicare: il processo alla fine è stato rinviato al prossimo 27 aprile per le ammissioni dei mezzi istruttori ed entrerà definitivamente nel vivo dopo che la penultima udienza era saltata per un difetto di notifica.

Sono 35 gli imputati che erano stati rinviati a giudizio dal giudice Giorgia Castriota che aveva accolto la richiesta formulata dalla pubblica accusa. L'operazione che aveva portato nel novembre del 2016 anche alla notifica dei provvedimenti restrittivi in carcere e agli arresti domiciliari, aveva rappresentato un terremoto giudiziario e politico per la città di Latina. Il gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli aveva firmato i provvedimenti restrittivi richiesti dal magistrato inquirente, una parte delle accuse erano cadute in sede di Riesame quando i giudici avevano ridimensionato alcuni capi di imputazione mentre altre ipotesi di reato erano rimaste in piedi. Nel corso del suo intervento durante l'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio, il magistrato aveva ribadito pienamente la validità e la solidità dell'impianto accusatorio sostenendo che restavano sussistenti tutti gli elementi costitutivi del reato.

Quasi cinque anni dopo l'emissione dei provvedimenti restrittivi inizierà dunque il processo di primo grado dopo che si erano svolte oltre 25 udienze in fase preliminare davanti al gup. I numeri dell'inchiesta erano stati rilevanti: c'è da sottolineare che su alcuni episodi, tra cui le violazioni in materia edilizia, c'è l'ombra della prescrizione e anche per alcuni abusi d'ufficio. Alcuni fatti risalgono al 2012, altri al 2013 e in quel periodo i carabinieri avevano ricostruito un sistema dove si intrecciavano sia affari in materia urbanistica che favori alla compagine sportiva che all'epoca era in serie B. Uno dopo l'altro gli investigatori avevano messo insieme dei tasselli sulla scorta di intercettazioni telefoniche e ambientali, tirando alla fine le somme che avevano portato ad ipotizzare tra vincoli associativi, tra cui anche quello per gli appalti, all'ombra del Comune di Latina.