Ha superato anche lo scoglio del Tribunale del Riesame il quadro indiziario che sostiene l'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di Andrea Tarozzi, trentaduenne di Bella Farnia finito agli arresti domiciliari per simulazione di reato e favoreggiamento nell'omicidio di Erik D'Arienzo. I giudici chiamati a scandagliare il provvedimento emesso dal Tribunale di Latina e valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa dell'indagato, di fatto confermando le valutazioni che il giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota ha compiuto sulla base delle indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.

L'udienza per la discussione del ricorso si è celebrata giusto una settimana fa, ma solo ieri il collegio dei giudici ha sciolto la riserva, decidendo per il rigetto dell'istanza, di fatto confermando l'ordinanza di custodia cautelare eseguita il 23 marzo. L'inchiesta ruotava attorno al ruolo di Fabrizio Moretto, il quarantenne sospettato di avere partecipato attivamente al pestaggio dell'amico D'Arienzo, la sera del 30 agosto una settimana prima del decesso in ospedale, fino alla sua uccisione tre giorni prima di Natale nell'agguato, a colpi di pistola, davanti alla sua abitazione in strada della Tartaruga. E ricostruendo nei particolari quella sera in cui si è consumata la brutale aggressione, gli investigatori dei Carabinieri hanno ricostruito anche l'azione di depistaggio messa in piedi da "Pipistrello" con l'aiuto del fratello e del loro amico Tarozzi, indagati entrambi per simulazione di reato e il secondo arrestato, appunto, per favoreggiamento.

Secondo la ricostruzione di quella sera, Andrea Tarozzi e il fratello di Moretto sarebbero stati coinvolti nelle fasi immediatamente successive al pestaggio di Erik D'Arienzo. La ricostruzione del pestaggio resta avvolta nel mistero, non è chiaro se Fabrizio Moretto abbia agito insieme ad altri. Fatto sta che quando l'amico era ormai privo di sensi sul bordo della Pontina all'altezza dello svincolo della Migliara 47, in piena notte Pipistrello sarebbe corso a casa del fratello, il quale si trovava appunto con Tarozzi, per essere aiutato a gestire una situazione che gli era sfuggita di mano.