Ha aspettato che i suoi compagni di cella uscissero in cortile per l'ora d'aria per avvolgersi in un lenzuolo a cui poco prima aveva dato fuoco. Soltanto il tempestivo intervento degli agenti di Polizia penitenziaria ha permesso di evitare il peggio. Il fatto è accaduto ieri mattina all'interno della casa circondariale di Velletri. A darne notizia sono stati i sindacalisti del Sippe (Sindacato Polizia Penitenziaria), Carmine Olanda e Ciro Borrelli, che da sempre denunciano le difficili condizioni di vita all'interno dei penitenziari, divenute ancora più complicate con la pandemia.
«Il detenuto - ha raccontato Carmine Olanda - ha aspettato che i suoi compagni di cella si recassero nel cortile a passeggio, per poi compiere il gesto estremo. Il detenuto si è avvolto nel lenzuolo in fiamme ed è uscito dalla propria stanza, attraversando il corridoio della propria sezione avvolto nel fuoco. Azione subito vista dal responsabile della Sezione, agente C. B. e dall'addetto all'infermeria, agente G.C., che prontamente provvedevano a spegnere il fuoco salvandogli la vita. I sanitari del carcere hanno trovato sul detenuto ustioni su tutto il corpo, escludendo però che sia in pericolo la vita. Già nello scorso mese di febbraio - ricorda Olanda – questo detenuto aveva messo in atto lo stesso gesto estremo. Sembrerebbe che le motivazioni, che hanno indotto il detenuto a darsi fuoco, siano legate ad una scarsa considerazione del servizio sanitario e di giustizia nei confronti, allacciato alle gravi patologie di cui soffre».
Quanto accaduto nelle scorse ore non è purtroppo un episodio isolato. Negli ultimi mesi azioni e situazioni analoghe a quella di Velletri si sono registrate anche il altre case circondariali. L'attenzione e la prontezza d'intervento degli agenti in campo diventa quindi fondamentale. «Come sindacato - conclude Olanda e Borrelli ci congratuliamo con gli agenti per avere dimostrato ancora una volta elevata capacità professionale. Ci appelliamo al Ministro della Giustizia, affinché prenda provvedimenti immediati sulla riforma della giustizia e soprattutto su come devono essere gestiti i penitenziari. La polizia penitenziaria non può più accettare di lavorare sotto organico».