Non è riuscito nemmeno a guardarli in volto nei venti giorni di ricovero, coperti come erano, lui e loro, da tute, mascherine e caschi. Così, per ringraziare il personale medico e infermieristico del Reparto covid del "Goretti" che lo ha restituito alla sua famiglia vivo e vegeto, il signor Ugo Filippi, 74 anni di Monte San Biagio, luogotenente della Guardia di Finanza ora in congedo, ha usato Whatsapp. Così ha tenuto traccia della sua guarigione. «Oggi sono particolarmente contento e soddisfatto per come sta andando la mia degenza in Ospedale. Certo, all'atto del ricovero la mia situazione era molto critica, e i pensieri ben altri. Ora, invece, grazie sempre all'eccellenza di questo reparto... Eccomi qua... Più energico e scattante di prima. Grazie a tutti».

E ancora: «Voglio ancora una volta, ringraziare tutti i medici, infermieri ed altri operatori sanitari, che operano presso il reparto covid, secondo piano lato sx, per la loro professionalità, cordialità e assistenza continua profusa con grande impegno nella missione. Grazie a tutto questo, oggi il mio quadro clinico è perfetto. Non ci posso ancora credere, dopo il mio pregresso stato di salute al momento del ricovero… Ora, con grande stima e fiducia, attendo solo le dimissioni». Questo il tenore di alcuni dei messaggi inviati in particolare al dottor Emiliano Coletta con cui Filippi ha stretto un rapporto speciale. Ma «solo perché è quello che ho avuto più a contatto, e per la sua grande professionalità, disponibilità e assistenza che ha esercitato sempre con grande impegno e amore», precisa, «senza togliere nulla a tutti gli altri operatori sanitari che hanno sempre operato in eguale misura». Storie di legami umani, che nascono quando la vita si rivela più fragile. Ricoverato il 3 aprile, giorno prima di Pasqua, Ugo Filippi la settimana scorsa ha fatto ritorno a casa e per lui il merito, tutto il merito, è dell'equipe del reparto covid del "Goretti". Un passo indietro. «Io e mia moglie siamo stati attenti, attentissimi» racconta, «abbiamo rinunciato a vedere i nostri figli, i nostri nipoti ma alla fine è arrivato il contagio».

Con febbre alta e difficoltà a respirare, Filippi si decide a chiamare l'ambulanza. Da quel momento è nelle mani del personale del "Goretti". È a loro che vanno i suoi pensieri oggi perché, spiega «si fanno in quattro e non riesci nemmeno a guardarli in viso, sono le uniche persone che hai vicino. Dicono che fanno solo il loro dovere ma io so che queste parole sono per loro un motivo in più di forza». Ed è vero. Sono parole che servono. Dopo aver superato la dura prova di un virus che sta seminando morte da oltre un anno, Ugo Filippi, una vita da militare con vari incarichi anche a Latina, parla a chi è fuori. «Ho visto persone non farcela, voglio dire a tutti di vaccinarsi. Quando sentite che c'è un sintomo, correte: se io ai primi sintomi fossi andato, forse sarebbe andata meglio. A casa non ti puoi curare, occorre muoversi subito, i medici ci sono, l'ospedale funziona, il covid non è uno scherzo». E adesso solo al gioia di essere guarito. Su un messaggio whatsapp il giorno delle dimissioni. «Oggi finalmente la notizia tanto attesa.... Si fa rientro a casa. Sono stati giorni di tristezza e di dolore, però ora vedere come si è conclusa la vicenda, mi viene voglia di piangere dalla grande gioia. Peccato che non abbiamo mai potuto guardare il viso, né l'espressione dei loro occhi, dei nostri eroi, erano sempre incappucciati, ma si capiva ugualmente, con quanta gioia, cordialità e amore assolvevano la delicata missione a loro affidata. Nella mia mente rimarrà sempre impresso, in modo indelebile. Grazie a tutti, ma proprio a tutti. Con stima ed affetto Ugo Filippi».