Tornano a intrecciarsi le indagini sugli omicidi di Erik D'Arienzo e Fabrizio Moretto, due casi legati tra loro, ma ancora pieni di lati oscuri sui quali stanno facendo luce gli investigatori dei Carabinieri. L'ultimo punto di contatto tra le inchieste è arrivato ieri, quando i militari del colonnello Lorenzo D'Aloia si sono presentati a casa di Andrea Tarozzi - da oltre un mese agli arresti domiciliari perché indiziato di favoreggiamento nel primo delitto - alla ricerca di materiale e informazioni utili sulla morte di Pipistrello, che il trentaduenne di Bella Farnia avrebbe aiutato nell'azione di depistaggio dell'indagine sull'aggressione del loro amico D'Arienzo, deceduto all'inizio di settembre dopo una settimana di ricovero.
La perquisizione è stata disposta con apposito decreto firmato dai sostituti procuratore Martina Taglione e Andrea D'Angeli titolari dell'inchiesta avviata dopo l'uccisione di Fabrizio Moretto, freddato con un colpo di pistola davanti casa, in strada della Tartaruga, la sera dello scorso 21 dicembre. L'ispezione della casa di Bella Farnia in cui Tarozzi è ristretto in virtù dell'ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico nell'ambito dell'altra inchiesta, è stata disposta alla luce di nuove risultanze investigative confluite nella deduzione che, essendo stato legato a Moretto da amicizia e stabile frequentazione, anche lui possa essere a conoscenza di particolari inediti sull'agguato costato la vita a Pipistrello. E forse proprio per questo l'attenzione dei Carabinieri del Nucleo investigativo si sarebbe concentrata particolarmente sui telefoni che potrebbero contenere chat, conversazioni private e telefonata utili ad aggiungere nuovi elementi.
Ovviamente questa mossa non implica che Tarozzi sia sospettato di avere avuto un ruolo nell'omicidio dell'amico Pipistrello, anzi: l'avviso di garanzia scattato con la perquisizione, è propriamente un atto dovuto che non muta per ora l'assetto dell'inchiesta, avviata formalmente a carico di Ermanno D'Arienzo, padre di Erik, e altre tre persone a lui vicine. Dopo tutto non è una novità che gli investigatori dell'Arma abbiano imboccato sin da subito l'ipotesi della vendetta per inquadrare l'agguato di strada della Tartaruga: la notte del 21 dicembre i detective dell'Arma si presentarono subito a casa di D'Arienzo, che dista da lì pochi chilometri, per sottoporre all'esame stub il genitore del trentenne morto poco meno di quattro mesi prima per le conseguenze di un brutale pestaggio. Sospetti confermati da una serie di interrogatori e sequestri di telefoni sempre nell'ambito della famiglia D'Arienzo. Un orientamento, quello degli inquirenti, che aveva avuto riflessi anche sull'indagine del primo omicidio, orientata con maggiore convinzione sul ruolo centrale dello stesso Moretto nell'aggressione di fine agosto.
Il fatto
Omicidi D'Arienzo e Moretto, nuove perquisizioni
Sabaudia - Ispezione dei Carabinieri in casa di Andrea Tarozzi, ai domiciliari per il favoreggiamento nell’uccisione di Erik D’Arienzo