«Certo che ci fidavamo di lui. Quando è entrato a far parte della nostra famiglia è stato accolto bene, i miei nonni e mio padre gli hanno affidato tanti risparmi». E' questo uno dei passaggi più significativi della deposizione di una delle parti offese della truffa condotta da Angelo A., un promoter di 56 anni, finito in Tribunale davanti al giudice monocratico Laura Morselli per dei fatti avvenuti a Latina e provincia che hanno portato la Procura a contestare la truffa e l'appropriazione indebita per una somma molto ingente come ha spiegato la testimone. In aula ha deposto una professionista pontina, vittima di questo tranello in cui è caduta insieme ai familiari che si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dall'avvocato Angelo Farau. Nel corso del processo è stato ascoltato anche un investigatore della Guardia di Finanza che si era occupato delle indagini e poi la professionista che per caso aveva scoperto che i risparmi affidati al promotore erano svaniti. In famiglia si erano accorti che qualcosa non andava quando volevano acquistare un appartamento e hanno scoperto che il denaro affidato al 56enne in realtà aveva preso altre strade. «Sì i miei nonni gli hanno dato 250 milioni delle vecchie lire, perchè era una persona onesta e affidabile, così si presentava all'apparenza ed è la sensazione che abbiamo ricevuto, ricordo la frase dei miei nonni: "Ti diamo i soldi ma non vogliamo neanche perdere una lira mi raccomando" ma invece non è stato così».

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