Comincerà il 19 gennaio prossimo davanti al Tribunale di Latina il processo a carico di 18 persone per il traffico e lo sversamento illecito di rifiuti svelato dall'inchiesta «Smokin' Fields».
E' quanto deciso ieri mattina dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, a quasi due anni dallo step più importante della fase preliminare, ossia le perquisizioni e i sequestri del giugno 2019 a carico di 23 persone.

L'indagine della Dda era partita dalle denunce contro la Sep di Pontinia e le verifiche effettuate, anche con l'ausilio di telecamere, fecero emergere un imponente rete di discariche abusive nonché un grave impatto ambientale che ora i Comuni della zona chiedono sia riconosciuto e infatti tutti si sono costituiti parte civile, in primis quello di Pontinia, rappresentato dall'avvocato Matteo Sperduti.
Gli indagati in origine erano 23 e di questi 18 affronteranno il dibattimento. Ci sono alcuni nomi importanti, tra cui Vittorio Ugolini, imprenditore del settore dei rifiuti, e il figlio Alessio, al timone della Sep, l'ex dirigente regionale Luca Fegatelli, in questa storia consulente di Ugolini, e Sergio Mastroianni, titolare del laboratorio Osi di Isola del Liri, che analizzava il compost. Devono rispondere, insieme agli altri indagati e a vario titolo, di concorso in traffico illecito di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, e infine l'intralcio all'attività di vigilanza e controllo ambientale. Stabilito il non luogo a procedere, invece, per le quattro società coinvolte e sottoposte a sequestro, ossia Sep e Sogerit di Pontinia, Demetra e Adrastea di Roma. Il capo di imputazione parla di una grave attività di inquinamento che consisteva nel sotterrare in terreni per larga parte agricoli rifiuti speciali spacciati come compost, ma che in realtà sarebbero stati rifiuti a tutti gli effetti, e quindi destinati allo smaltimento in discariche dedicate. Le difese degli indagati hanno sempre rigettato l'accusa di inquinamento ma agli atti sono allegati video e foto che provano un'attività sui terreni agricoli. In pratica il compost inquinante veniva sparso su aree destinate a colture in una zona ad alta vocazione e questo ha fatto scattare l'allarme nei cittadini che hanno presentato gli esposti e, in seguito nelle amministrazioni oggi ammesse quali parti civili, per il danno d'immagine del comparto agricolo ma soprattutto per l'impatto ambientale su un comprensorio che include Pontinia, Cori, Maenza e Sabaudia. Secondo gli investigatori ci sarebbero stati sversamenti anomali su 11 terreni privati, oltre allo stoccaggio di rifiuti non conformi all'interno della discarica Adrastea gestita dagli Ugolini e non autorizzata a ricevere quel tipo di prodotto. Il tutto nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2014 e il 5 ottobre 2018, con una montagna di rifiuti sversati, pari ad una quantità stimata in oltre 57 milioni di tonnellate.