Esultano i residenti di Borgo San Michele, nel constatare che nella determina firmata dal commissario ad acta della Regione Lazio non viene riportato il loro territorio tra i possibili siti in cui dovrà sorgere una nuova discarica.

D'altronde, è proprio questa relazione finale del commissario Laura D'Aprile, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta finale, quella che avrebbe dovuto mettere una volta per tutte la parola fine sulla possibilità di un nuovo impianto per lo smaltimento rifiuti in provincia di Latina, o per lo meno a Borgo San Michele.
Eppure, la realtà dei fatti non è proprio questa. Ma andiamo per ordine. Lo spettro di una discarica a Borgo San Michele nasce quando Rida Ambiente ha presentato e vinto un ricorso al Tar, secondo cui i residui dei rifiuti trattati dal Tmb devono essere poi depositati in provincia, piuttosto che a chilometri di distanza, ossia a Civitavecchia o Viterbo. Il Tribunale Amministrativo ha quindi accolto il ricorso e ha imposto alla Regione di chiamare a raccolta tutti i sindaci della provincia, ai quali è stato ripresentato il cosiddetto principio di autosufficienza nello smaltimento di rifiuti, secondo cui ogni territorio dovrebbe gestire autonomamente il ciclo dei rifiuti.

Dopo un lungo dibattito, l'amministrazione comunale di Latina ha alzato la mano offrendosi volontaria per ospitare il nuovo sito: d'altronde, faceva notare il sindaco Coletta, se non fossero stati i sindaci a mettersi d'accordo, la Regione avrebbe nominato un Commissario ad acta che avrebbe deciso per loro.