I poliziotti della Squadra Volante hanno posto fine all'incubo vissuto da un parroco di Latina, arrestando un sessantenne che da quasi due anni estorceva denaro al sacerdote con toni minacciosi, approfittando della bontà d'animo dell'uomo di Chiesa. Un vero e proprio clima di sudditanza dal quale la vittima è riuscita a tirarsi fuori grazie al lavoro degli agenti della Questura: Vito Garofano è finito in carcere ieri, ammanettato dopo l'ultima richiesta di denaro nella canonica della parrocchia di Santa Maria Goretti, ma gli investigatori del commissario Giovanni Scifoni avevano ricostruito la lunga serie di ritorsioni e persino una rapina, condite da una serie di danneggiamenti e raptus di follia consumati per alimentare quel clima di terrore.

Le prime volte il sessantenne Vito Garofano si era presentato in chiesa come uno dei tanti bisognosi in cerca d'aiuto, ma ben presto era emersa la sua indole violenta: l'incubo del sacerdote ha avuto inizio quando ha ceduto alle prime richieste di denaro. Parliamo di piccole somme, poche decine di euro, ma la presenza dell'estorsore in parrocchia, era diventato un appuntamento sempre più frequente, almeno due volte alla settimana, se non tre, tanto da far salire il conto del denaro sottratto illecitamente a diverse migliaia di euro. E quando il parroco aveva cercato di reagire, Vito Garofano non aveva esitato a spaventarlo con toni minacciosi.
Per quasi due anni il religioso non ha avuto il coraggio di denunciare. Il sentimento di compassione che lo ha frenato inizialmente, ha ben presto lasciato il posto alla paura, un clima di terrore alimentato dal sessantenne ogni qual volta la vittima faceva registrare un tentennamento. In alcuni casi Vito Garofano aveva fatto irruzione in chiesa durante le funzioni per spaventare il sacerdote, una volta era persino armato di coltello come dimostra una denuncia dell'ottobre 2019 quando erano dovuti intervenire i Carabinieri per consentire il regolare svolgimento della Messa. Poi erano arrivati gli sgarri, come il danneggiamento delle fotocellule del cancello d'ingresso della canonica o del citofono, quando Garogano non aveva ritenuto sufficienti le somme ricevute.

Insomma, la situazione era degenerata e di recente il sacerdote, al culmine di una sfuriata del sessantenne, aveva accusato un malore che lo aveva costretto al ricovero in ospedale per diversi giorni. Fatto sta che il parroco si è convinto a presentarsi in Questura dopo che Vito Garofano, pochi giorni fa, è arrivato al punto di presentarsi nella canonica con una pistola in pugno pur di ottenere denaro. Così una volta che i poliziotti della Squadra Volante hanno appreso la portata dei fatti, hanno rintracciato il sessantenne, riuscendo a individuare le dimore di alcuni suoi conoscenti che lo ospitano saltuariamente: in una di queste case, gli agenti hanno trovato la pistola utilizzata per le minacce, che poi è risultata essere una replica esatta di una semiautomatica Beretta, ma privata del tappo rosso di sicurezza.

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