Resta l'interdittiva antimafia a carico della società Loas Italia emessa il 6 ottobre 2020 dalla Prefettura di Latina e che a marzo scorso il Tar in primo grado aveva annullato.

Decisione ribaltata in toto dal Consiglio di Stato con l'ordinanza pubblicata venerdì pomeriggio. Nell'appello proposto dalla Prefettura di Latina, rappresentata dall'Avvocatura dello Stato, si chiedeva appunto di rivedere la sentenza del Tar di Latina. E, in effetti, secondo il Consiglio di Stato ci sono motivi sufficienti che supportano l'interdittiva per la presenza del cosiddetto «reato spia» invocato per il caso di specie. Nell'ordinanza si specifica inoltre che «nel bilanciamento degli opposti interessi risulta prevalente l'interesse pubblico ad evitare l'infiltrazione della criminalità organizzata nell'ambito del settore dell'evidenza pubblica». L'altro interesse in ballo era quello della Loas a superare tutti i limiti imposti dalla interdittiva disposta dal Prefetto Maurizio Falco all'esito di una valutazione degli atti, che seguì di poche settimana il terribile incendio che ad agosto 2020 ha distrutto lo stabilimento Loas di Aprilia, facendo altresì emergere una serie di anomalie, nonché il legame di uno degli amministratori con una precedente indagine per traffico di rifiuti condotta dalla Dda di Roma. Fu quel legame che non convinse il Tribunale amministrativo.